Ma quale iTunes? Arriva Murdoch

Ma quale iTunes? Arriva Murdoch

Come sempre in ritardo su Internet, il magnate australiano vuole mangiarsi una fetta della grande torta della musica online. Ma quella di Apple è diversa: è una crostata
Come sempre in ritardo su Internet, il magnate australiano vuole mangiarsi una fetta della grande torta della musica online. Ma quella di Apple è diversa: è una crostata

La musica online è bella bella bella, bella in modo assurdo. E i successi mietuti da iTunes, che ora è il secondo negozio di musica degli Stati Uniti preceduto solo da Wal-Mart, sono la dimostrazione di un trend. Questo il giudizio degli addetti ai lavori e degli esperti dei principali istituti di analisi di mercato, che indicano nella rete il futuro del commercio della musica con particolare attenzione ai social network.

Elio e le Storie Tese A dimostrazione di quanto il web 2.0 vada d’accordo con questo tipo di business, dopo l’esplosione di Last.fm e imeem ora anche MySpace sarebbe pronta a darsi alla vendita di brani online : alcuni rumors suggeriscono che News Corp, l’azienda di Murdoch che possiede il social network, avrebbe avviato le trattative per mettere a disposizione dei suoi milioni di iscritti milioni di canzoni distribuite dalle quattro sorelle.

A coprire i costi ci dovrebbe pensare il revenue sharing sulla pubblicità, che finanzierebbe l’operazione sgravando il portafogli dei navigatori. Un’operazione simile a quella tentata sulla piattaforma HuLu dalle major del video, che consente la libera fruizione dei contenuti online al prezzo di qualche pubblicità : chi desiderasse, invece, possedere una copia personale e ad-free non dovrà fare altro che pagare quanto richiesto e scaricarla.

Una notizia che, se confermata, potrebbe senz’altro rimescolare le carte della vendita di musica online . Sebbene “MySpace sia un po’ in ritardo” secondo il co-fondatore di Last.fm Martin Stiksel, il colosso da 70 milioni di utenti “sarebbe una forza con la quale tutti sarebbero costretti a confrontarsi”. E quel “tutti” non si riferisce solo ai social network, ma soprattutto ad Apple che per l’analista di NPD Russ Crupnick “nessuno fino ad oggi è riuscito a contrastare sul serio”.

Per Crupnick l’enorme vantaggio di iTunes è il legame strettissimo con il successo dell’iPod : “difficile separare il dispositivo dal suo ecosistema – spiega – un legame che frutta bene soprattutto tra i più giovani”. Sui social network, d’altra parte, il continuo confronto tra playlist di amici e parenti genera nuove occasioni per la vendita di brani musicali, e la stessa Apple potrebbe avvantaggiarsi di questo circolo virtuoso.

Nei progetti di MySpace, infatti, ci potrebbe essere anche un meccanismo di vendita “ceduti a terzi”: chi scegliesse di acquistare potrebbe essere dirottato su uno store come iTunes o Amazon MP3, che provvederebbe in seguito a riconoscere una percentuale sulla vendita. E con Amazon sempre più lanciata sull’interoperabilità, con il client Linux e con l’ampliamento del catalogo DRM-free ci potrebbero anche essere delle sorprese su chi si accaparrerà questo potenziale bacino di utenti.

Se il mercato delle vendite dovesse inoltre subire un rallentamento a causa di tutta questa musica gratis, per major e artisti potrebbe non essere un problema gravissimo. Per Stiksel, il meccanismo di musica “sponsorizzata” dalla pubblicità è l’autentico futuro del panorama dell’intrattenimento: “Quando compri un CD, l’artista e l’etichetta vengono pagati una volta – spiega – mentre su Last.fm, la musica produce utili ogni volta che qualcuno preme play “. Un buon antidoto alla pirateria .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
3 mar 2008
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