McKinnon, USA più lontani?

McKinnon, USA più lontani?

Il supremo giudice britannico ha annunciato una revisione del caso dell'hacker di Glasgow. Probabilmente illecita la decisione dell'Home Office di autorizzare l'estradizione nonostante i chiari rischi di suicidio
Il supremo giudice britannico ha annunciato una revisione del caso dell'hacker di Glasgow. Probabilmente illecita la decisione dell'Home Office di autorizzare l'estradizione nonostante i chiari rischi di suicidio

Le conseguenze derivanti dall’estradizione di un uomo affetto da sindrome di Asperger andrebbero a sollevare tematiche importanti. In particolare perché le disperate prospettive di un periodo così lungo di detenzione potrebbero portare a gesti tra i più insani. Così il contenuto, in estrema sintesi, di una recente lettera firmata dal supremo giudice britannico Justice Mitting che ha deciso di analizzare nei prossimi mesi il delicato caso McKinnon .

A spingere la suprema corte del Regno Unito a scrivere la missiva e dedicarsi al caso, le precedenti mosse del Segretario di Stato per gli Affari Interni Alan Johnson che potrebbero – stando alle parole del giudice Mitting – aver spinto illegalmente la sorte dell’hacker Gary McKinnon tra le poco amichevoli braccia delle autorità statunitensi.

È infatti questo aspetto che il massimo organo giudiziario britannico dovrà analizzare : se la decisione di Johnson di autorizzare l’estradizione dell’hacker di Glasgow possa aver violato i diritti umani . Se messo su un volo per gli Stati Uniti, McKinnon rischia attualmente fino a 60 anni di prigione per aver causato danni per circa 800mila dollari.

Stando alla visione del giudice , McKinnon non sarebbe assolutamente preparato psicologicamente ad una punizione così dura, che metterebbe seriamente a rischio la sua vita, già distrutta da stress e condizioni psico-fisiche al limite della psicosi. È stata ribaltata dunque una precedente sentenza che aveva descritto il caso dell’hacker scozzese come una vicenda non di tale importanza pubblica da scomodare la Corte Suprema.

Soddisfatta Karen Todner, legale di McKinnon, che ha tuttavia nuovamente sottolineato le precarie condizioni di salute del suo assistito, chiedendo ufficialmente al Segretario Johnson di fare pressioni sul Presidente degli Stati Uniti Barack Obama per il ritiro della richiesta d’estradizione. Le sofferenze di McKinnon sarebbero già state troppe.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
14 gen 2010
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