Mercato telefonico, servono più controlli

Mercato telefonico, servono più controlli

A chiederli è l'associazione dei provider AIIP che fa proprie le osservazioni del Fondo Monetario Internazionale, secondo cui in Italia la concorrenza è un miraggio. Serve davvero ripeterlo?
A chiederli è l'associazione dei provider AIIP che fa proprie le osservazioni del Fondo Monetario Internazionale, secondo cui in Italia la concorrenza è un miraggio. Serve davvero ripeterlo?


Roma – All’Italia manca competitività nel settore delle telecomunicazioni. Il presidente di AIIP , una delle due associazioni italiane di provider, Stefano Quintarelli, nel commentare il World Economic Outlook di settembre pubblicato ieri dal Fondo Monetario Internazionale , lo conferma categoricamente: “L’esplicito riferimento all’Italia riportato dal Fondo Monetario Internazionale non è purtroppo una novità. Altre autorevoli organizzazioni internazionali (COCOM ed ERG), di recente hanno messo in luce come nel mercato italiano delle telecomunicazioni ci sia scarsa concorrenza. Questo si traduce in un peso sullo sviluppo del paese oltre che in un danno per gli utenti finali”.

E’ lo stesso Fondo ad evidenziare la necessità di una maggiore competitività , soprattutto in Italia e in Francia, nel settore delle telecomunicazioni. E Quintarelli esorta l’ Authority delle Comunicazioni ad un maggior rigore nella propria attività: “Ci auguriamo che rafforzi la vigilanza sul sistema; non si puo’ dimenticare ad esempio il mancato rispetto degli impegni presi da tempo da Telecom Italia a seguito dei comportamenti lesivi della concorrenza più volte denunciati dall’AIIP”.

In passato, AIIP aveva rilevato che il margine operativo lordo dell’incumbent era tra i più alti d’Europa, il 20% più alto di quello di France Telecom, il che motiverebbe la scarsa preoccupazione, da parte di Telecom, del regime di concorrenza italiano. Una concorrenza che secondo AIIP sarebbe solamente formale, dal momento che è la stessa Telecom a fornire alla maggior parte dei competitor la rete di accesso, essendo proprietaria delle infrastrutture di telecomunicazioni “ereditate” dalla precedente gestione monopolista dello Stato.

AIIP ricorda ancora una volta che l’Authority, riconoscendo valido il principio del ladder of investment (la gradualità degli investimenti da parte dei concorrenti) ai fini di un’apertura del mercato, aveva suggerito di introdurre offerte bitstream cost plus (legate cioè ai costi realmente sostenuti dall’azienda con la migliore tecnologia disponibile, più un ritorno sull’investimento) in luogo dell’attuale modello retail minus (secondo cui il prezzo è determinato applicando uno sconto al prezzo per i clienti al dettaglio).

Nonostante l’impegno dichiarato da Telecom lo scorso anno di realizzare un’offerta “bitstream cost-plus” entro il 31 dicembre 2004, tutt’ora – sottolinea AIIP – non esiste questo tipo di offerta.

L’Associazione ha calcolato che il rispetto di tali impegni da parte di Telecom potrebbe portare ad un considerevole ribasso di costi: meno di 7 euro al mese per un circuito DSL a 8Mbps , ad esempio; adottare questa soluzione significherebbe pertanto rendere più abbordabile e accessibile al pubblico una rete tecnologicamente evoluta, contribuendo alla riduzione del digital divide e portando l’Italia ad una posizione di maggior prestigio “digitale”.

Dario Bonacina

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Pubblicato il 23 set 2005
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