Microsoft ne licenzia 18.000

Microsoft ne licenzia 18.000

Vengono a galla le scorie prodotte dall'acquisizione di Nokia. Ma c'è anche la volontà di Nadella di dare un'impronta propria all'organizzazione aziendale. Taglio del 20 per cento anche alle consulenze
Vengono a galla le scorie prodotte dall'acquisizione di Nokia. Ma c'è anche la volontà di Nadella di dare un'impronta propria all'organizzazione aziendale. Taglio del 20 per cento anche alle consulenze

Microsoft ha annunciato un piano di riorganizzazione interna che comporterà il licenziamento di 18mila persone nel corso del prossimo anno. Si tratta di un taglio atteso, ma nei numeri superiore alle peggiori aspettative: rispetto ai 127.104 dipendenti Microsoft in tutto il mondo si tratta di un ridimensionamento di circa il 15 per cento , che costerà tra liquidazioni e pacchetti di buonuscita tra 1,1 e 1,6 miliardi di dollari.

Nel comunicato di Redmond questi licenziamenti vengono chiamati “passi per semplificare l’organizzazione ed allineare la strategia collegata ai diversi device”. Il tutto è legato, d’altronde, al recente acquisto di Nokia Devices and Services : la necessità di integrare i dispositivi della finlandese all’interno della linea di prodotti Microsoft deve partire dalla razionalizzazione delle rispettive linee di sviluppo. Un problema sia di numeri che di coordinamento dei metodi di lavoro. I primi licenziamenti (13mila posti di lavoro) saranno effettuati entro dicembre, il resto dei tagli si completerà entro il 30 giugno 2015: in gran parte (si parla di 12.500 professionisti ed operai) a essere tagliati saranno proprio i dipendenti provenienti da Nokia, nell’ottica del coordinamento delle proprie risorse con quelle della acquisite.

A comunicare agli impiegati Microsoft la notizia è stato il CEO Satya Nadella via email : “La mia promessa è che affronteremo questo processo nella maniera più coscienziosa e trasparente possibile”. Quello che appare evidente è che il nuovo CEO si trovi ad avere a che fare con un’operazione, l’acquisto milionario di Nokia, voluta dal suo predecessore e probabilmente considerata un errore.

Anche il vicepresidente esecutivo della divisione device (nonché ex CEO di Nokia ) Stephen Elop ha parlato dei licenziamenti e della riorganizzazione: “Per allineare Nokia alla strategia di Microsoft bisogna concentrare gli sforzi e la vasta linea di dispositivi”. D’altra parte, spiega, “l’interesse dei telefoni a Redmond è diverso da quello che ci può essere ad Espoo”, soprattutto perché si sposta dall’hardware al software . Questo significa , innanzitutto, che la strategia per portare Windows Phone sul mercato passa per il successo di Lumia e per la riorganizzazione dell’offerta: tramonta così il tempo degli esperimenti con Android e anche Nokia X dovrebbe dunque finire per diventare un dispositivo con il SO di Redmond. L’ulteriore cambiamento che produrrà la riorganizzazione statunitense di Espoo è che – a quanto pare – non si punterà più sui dispositivi di fascia bassa, come la linea economica Asha: la grande diffusione a livello mondiale che questi device garantivano a Nokia non è d’interesse per Microsoft e per la sua strategia relativa a Windows Phone.

Altre divisioni interessate dalla riorganizzazione. Chiudono gli Xbox Entertainment Studios , con base in California, che fino a questo punto non hanno garantito quello scatto nella produzione di contenuti esclusivi per la console di casa tale da giustificare la loro esistenza: in ballo restano alcuni dei progetti già avviati, come la serie TV su Halo, che restano pianificati e saranno portati a compimento. A soffrire dei tagli saranno poi anche i consulenti , i cosiddetti “tesserini arancio” (i dipendenti diretti hanno un tesserino blu): il COO Kevin Turner ha chiarito che in un anno dovranno calare del 20 per cento, e queste partenze non sono comprese nel totale di 18mila licenziamenti previsti.

Infine, altro aspetto che cambia riguarda il metodo di lavoro: si passa dalla strategia del packaged software (lavoro di diversi mesi o anni prima di rilasciare un nuovo aggiornamento) a quella dell’ agile software che – garantendo piccoli aggiornamenti costanti – ben si associata alla nuova realtà del cloud. A subire i maggiori contraccolpi in tal senso dovrebbe essere la divisione che fa capo a Terry Myerson , quella che sviluppa Windows: niente più “management funzionale”, ma una organizzazione secondo le metodologie lean che la avvicinerebbe più a quella di una startup garantendo maggiore rapidità di esecuzione. Molti addetti al testing dovrebbero fare le spese di questa decisione, con un maggior rilievo offerto agli sviluppatori che acquisiranno anche la responsabilità di ideare e testare il prodotto prima del rilascio.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
18 lug 2014
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