Microsoft sperimenta l'open source

Microsoft sperimenta l'open source

Lo fa rilasciando il suo primo software open source, un tool per sviluppatori il cui codice potrà essere modificato da chiunque e incluso in altri programmi, anche commerciali. Resterà un caso isolato?
Lo fa rilasciando il suo primo software open source, un tool per sviluppatori il cui codice potrà essere modificato da chiunque e incluso in altri programmi, anche commerciali. Resterà un caso isolato?


Internet – Il 5 aprile 2004 verrà probabilmente ricordato, nella storia dell’informatica, come il giorno in cui Microsoft ha rilasciato il suo primo software open source. Si tratta di un piccolo insieme di tool per sviluppatori, chiamato WiX (Windows Installer XML), il cui codice è stato pubblicato niente meno che in uno dei templi del software a sorgente aperto: SourceForge.net.

In passato il big di Redmond si è vagamente ispirato al modello open varando il programma Shared “guardare ma non toccare” Source, lo stesso che in tempi recenti ha permesso ad una ristretta cerchia di clienti e sviluppatori di dare una sbirciatina al codice di alcuni suoi prodotti. Fino ad oggi, tuttavia, Microsoft non aveva mai rilasciato del codice sotto una vera licenza open source.

Per WiX il gigante del software si è avvalso di una licenza open source “DOC”, la Common Public License (CPL), approvata dall’Open Source Initiative (OSI) e originariamente scritta da IBM. Questa licenza permette agli sviluppatori di modificare il codice e riutilizzarlo all’interno di prodotti commerciali.

WiX è composto da una serie di strumenti – un compiler, un linker, un lib tool e un decompilatore – che permettono di creare pacchetti d’installazione per Windows (MSI, MSM) a partire da codice scritto in XML. Questi tool, che girano sotto Windows NT e 2000, vengono già utilizzati da diversi team di sviluppo interni di Microsoft, fra cui quelli di Office, SQL Server e Virtual PC.

Sebbene Microsoft non abbia adottato licenze aperte, ha tuttavia attinto dall’open source alcune porzioni di codice che, tutt’oggi, si trovano alla base di Windows e di altri prodotti. Questo è stato possibile grazie al fatto che la maggior parte delle licenze open source, come la CPL e la famosa BSD (si veda, a tal proposito, la FAQ in italiano pubblicata da FreeBSD.org), consentono a chiunque di utilizzare il codice all’interno di applicazioni commerciali. Microsoft, del resto, non ha mai nascosto la propria simpatia verso questo tipo di licenze: il suo nemico numero uno, come ben noto, è la licenza GNU GPL e il cosiddetto “free software”.

Il rilascio di WiX sotto la CPL va visto, secondo alcuni, come una prima, timida apertura di Microsoft alla filosofia di sviluppo open source. In realtà il varo del progetto WiX sembra più il frutto dell’iniziativa personale del principale sviluppatore di questo software, Rob Mensching, che una pianificata strategia del gigante del software. Nel proprio blog , Mensching racconta gli sforzi compiuti in questi anni per migliorare i rapporti fra Microsoft e l’open source.

“Nel 1999 e nel 2000 percepivo che molta gente, all’interno di Microsoft, non comprendeva in pieno cosa fosse la comunità Open Source, così ho cercato di farglielo capire fornendo loro un esempio”, ha scritto Mensching. L’esempio è costituito da WiX, il cui sviluppo, secondo il dipendente di Microsoft, ha richiesto quattro anni e mezzo di lavoro “part-time”.

Resta ora da vedere se il seme gettato in Microsoft da Mensching troverà terreno fertile.

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Pubblicato il
7 apr 2004
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