Modu, il primo cellulare ad incastro

Modu, il primo cellulare ad incastro

Un nuovo telefonino che batterà nel petto di una quantità di dispositivi, un cellulare che darà vita a autoradio, GPS, lettori multimediali e... tostapane elettronici
Un nuovo telefonino che batterà nel petto di una quantità di dispositivi, un cellulare che darà vita a autoradio, GPS, lettori multimediali e... tostapane elettronici

Roma – Potrebbe rappresentare l’uovo di Colombo per le società di telefonia mobile , alla caccia costante di aggeggi e idee con cui invogliare i clienti a spendere, spendere e ancora spendere per avere il gadget d’ultimo grido. Gadget che si presta a molteplici utilizzi: Modu è il prodotto della omonima start-up israeliana, ed è pensato come un piccolo cuore di elettronica, un microtelefono cellulare da innestare in dispositivi più grandi capaci di donargli ulteriori funzioni e un aspetto completamente diverso.

il nuovo dispositivo Modu è leggermente più sottile dell’attuale generazione di iPod Nano e pesa poco più di 42 grammi. È dotato di un piccolo schermo a colori e di una tastiera essenziale, che gli permettono di funzionare da cellulare rudimentale. Ma la vera forza di Modu è costituita dal fatto che incorpora l’antenna e tutta la circuiteria necessaria per ricevere e inviare informazioni sulle reti cellulari, in uno spazio ridotto e appositamente predisposto per l’inserimento nelle suddette custodie .

Custodie che possono poi aggiungere un numero variabile di funzioni come telecamere, tastiere più elaborate e quant’altro, lasciando gli operatori liberi di sbizzarrirsi con la fantasia nella progettazione della “scocca”, proponibile – è questa l’idea – ai consumatori come una sorta di involucro quasi usa e getta, da sostituire ogni pochi mesi e spendendo un prezzo molto più abbordabile di quello necessario all’acquisto di un cellulare costruito come un “blocco unico”.

Le società che si sono dimostrate interessate all’idea sono operatori di peso come VimpelCom in Russia e Cellcom Israel Ltd. , oltre a Telecom Italia per il Belpaese. L’incumbent italiano si è mostrato “eccitato” dalla prospettiva di offrire ai suoi clienti la possibilità di cambiare ogni poco tempo l’aspetto e le funzionalità del telefonino , permettendo di mettere in cantiere qualcosa come “una collezione estiva e una invernale”, rivela il fondatore di Modu Dov Moran.

Le prospettive di mercato, per il gingillo, sono insomma buone: “Gli operatori sono davvero interessati a portare sempre più clienti nei loro store, piuttosto che farli limitare a firmare per un contratto ogni 2 anni assieme all’acquisto di un nuovo telefonino” ha confermato l’analista di Lazard Capital Markets Daniel Amir. In tal senso Modu potrebbe rappresentare un asso nella manica di non poco valore .

Telecom Italia dovrebbe presentare i primi prodotti “Modu-powered” entro ottobre 2008, e secondo le stime di Moran gli operatori dovrebbero essere in grado di commercializzare un Modu più due estensioni in bundle al prezzo di circa 192 euro . Per ora non si parla di sbarco negli Stati Uniti, dove Modu dovrebbe comunque comparire al più tardi entro il 2009.

E se l’interesse degli operatori mobili è alto, il dispositivo pare interessare anche player di settori differenti dell’elettronica di consumo. La major musicale Universal Music Group sta ad esempio valutando l’ipotesi di produrre una serie di involucri intelligenti focalizzati sugli artisti della sua ben fornita scuderia, così come sono in contatto con la società israeliana lo specialista tedesco di stereo per automobili Blaupunkt e la californiana Magellan Navigation impegnata nel mercato dei dispositivi GPS.

Le attuali capacità di comunicazione del cuore elettronico di Modu sono invero piuttosto limitate – si parla al massimo di connettività GPRS – ma la società israeliana è al lavoro per aggiornare il dispositivo con il supporto allo standard di comunicazione di terza generazione HSDPA . In tal senso le specifiche dicono che l’upgrade dovrebbe funzionare senza problemi anche con custodie pensate per i Modu di prima generazione.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
8 feb 2008
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