Molti più virus che messaggi email

Molti più virus che messaggi email

Lo prevede MessageLabs, secondo cui in Gran Bretagna alla fine del 2001 il numero dei virus circolanti nelle agenzie governative sarà cresciuto del 222% contro il 62% di aumento delle email. Una battaglia già persa?
Lo prevede MessageLabs, secondo cui in Gran Bretagna alla fine del 2001 il numero dei virus circolanti nelle agenzie governative sarà cresciuto del 222% contro il 62% di aumento delle email. Una battaglia già persa?


Roma – Pessimismo e rassegnazione permeano un allarme lanciato nelle scorse ore dall’azienda di protezione antivirus MessageLabs. Nella nota “L’industria nel 2001 perderà la battaglia dei virus”, l’azienda mette in luce come in Gran Bretagna alla fine di quest’anno la crescita nel numero di virus in circolazione via email sarà ben superiore alla crescita complessiva del numero di messaggi di posta elettronica.

In particolare, MessageLabs ritiene che nelle agenzie governative britanniche, a fronte di un aumento dei messaggi del 62 per cento si avrà un aumento dei virus circolanti in quei messaggi del 222 per cento. E proprio la Pubblica Amministrazione, secondo gli esperti dell’azienda, è il settore più a rischio per l’invasione dei virus.

Prospettive simili ma con numeri diversi sono comunque quelle che l’azienda diffonde per altri settori dove l’uso di Internet e della posta elettronica va affermandosi. Nel settore dell’industria manifatturiera, per esempio, MessageLabs prevede un incremento del 124 per cento nel numero di email e del 234 per cento in quello dei virus. 137 per cento e 219 per cento, invece, sono i numeri “funesti” delle previsioni per il comparto dei media.

Lo scenario sul lungo periodo, secondo MessageLabs, è reso preoccupante dal fatto che l’aumento esponenziale nella circolazione dei virus tocca in realtà, anche se in misura leggermente minore, tutti i settori della produzione, compresi il credito, la finanza, la distribuzione, il commercio.


Tutto questo è peggiorato, afferma l’azienda, da un aumento progressivo delle capacità dei virus writer, coloro che realizzano virus, e dalla diffusione crescente di tool che consentono anche ai meno esperti di realizzare codici aggressivi.

“Questi numeri – sostiene Mark Sunner, CTO dell’azienda – devono far riflettere. Sebbene l’uso dell’email continui a crescere e aumenti anche la conoscenza dei virus, non si vede una crescita altrettanto forte nella protezione antivirus. Le aziende e gli enti pubblici dovrebbero far di più per fermare i virus prima che questi possano causare danni ai sistemi informativi”.

L’azienda ha anche segnalato che ancora oggi, a tanto tempo di distanza dalla sua prima infezione, tra le tonnellate di email che scansiona ogni giorno, individua ancora decine di copie di ILoveYou, worm reso celebre dalla quantità impressionante di computer infettati.

Il suo rimanere attivo, anche se molto meno di virus come Hybris , sarebbe un segnale chiaro di come una parte ancora consistente dell’utenza Internet non predispone difese antivirus.

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Pubblicato il
5 apr 2001
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