Napster tra i fuochi d'artificio

Napster tra i fuochi d'artificio

Tutto potrebbe accadere nei prossimi giorni. Ieri Napster è stato messo sotto la dura lente di tre implacabili esaminatori ma anche la RIAA è finita nel mirino dei giudici d'Appello. Nell'aria la sensazione che Napster potrebbe farcela
Tutto potrebbe accadere nei prossimi giorni. Ieri Napster è stato messo sotto la dura lente di tre implacabili esaminatori ma anche la RIAA è finita nel mirino dei giudici d'Appello. Nell'aria la sensazione che Napster potrebbe farcela


San Francisco (USA) – Ieri alla prima udienza in Corte d’Appello in cui Napster tenta di salvare dalla chiusura il proprio sistema di file-sharing, si sono visti fuochi d’artificio senza precedenti nella breve storia processuale del sistemone scambiafile. Napster è stato messo a nudo dai giudici che hanno posto sotto pressione David Boies e gli altri legali dell’azienda ma che non hanno in alcun modo risparmiato gli avvocati dell’accusa, quelli che rappresentano le majors della discografia che oggi mirano alla chiusura di Napster.

I giudici d’Appello hanno ascoltato David Boies e quella che è stata definita la difesa “Betamax”. Boies infatti punta a far riconoscere a Napster la stessa impunità che fu riconosciuta dalla Corte Suprema degli Stati Uniti a Sony nel anni ’80, quando il colosso giapponese fu messo in croce per i suoi videoregistratori. In quell’occasione prevalse il principio secondo cui il VCR consentiva una larga varietà di usi legali e come tale non poteva essere considerato in sé un mezzo per la pirateria cinematografica. Così Boies ha cercato di reagire al fuoco di file di domande dei giudici spiegando che la situazione di Napster è la stessa e che anche di Napster sono possibili molti usi perfettamente legali (“substantial legal use”).

Anche le tesi della RIAA sono state messe sotto pressione. I giudici hanno chiesto ai legali delle majors come si possa ritenere Napster colpevole di quello che fanno molti suoi utenti se l’azienda non ha la minima idea di quello che viene scambiato tra questi ultimi. Uno dei giudici ha sottolineato con forza questo punto affermando così l’importanza che viene attribuita alla variabile “controllo sui contenuti” da parte di Napster.

Alla fine dell’udienza, incandescente come forse mai prima nel corso dei dibattimenti che hanno portato alla conclusione del processo di primo grado, gli analisti non si sono sbilanciati ma è sembrata serpeggiare un’aria diversa di quella che aleggiava prima dell’udienza, come se le domande dei giudici e le loro considerazioni potessero significare un risultato complessivamente positivo per Napster.

Va detto però che la Corte non ha in alcun modo anticipato nulla né si è data un limite di tempo ufficiale per decidere. Potrebbe anche scegliere di dare vita ad una serie di audizioni delle parti e allungare così i tempi. Di converso potrebbe decidere sul caso già nei prossimi giorni. Qualora la decisione della Corte d’Appello fosse favorevole a Napster – ovvero se venisse respinta la richiesta di ingiunzione a fermare lo sharing di file protetti e quindi a chiudere il servizio – questa tornerà al tribunale di primo grado che deciderà il da farsi dovendo però tenere conto di quanto espresso dai tre giudici d’Appello. In quel caso le acque per Napster dovrebbero diventare molto più tranquille.

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Pubblicato il 3 ott 2000
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