Nokia. Abbandoni, declassamenti e smentite

Nokia. Abbandoni, declassamenti e smentite

La finlandese continua a navigare in acque difficili. Tra dirigenti che si mettono in aspettativa, rating che scende e CEO costretto a passare il tempo a smentire di acquisizioni imminenti
La finlandese continua a navigare in acque difficili. Tra dirigenti che si mettono in aspettativa, rating che scende e CEO costretto a passare il tempo a smentire di acquisizioni imminenti

Le cose si fanno complicate , molto complicate per Nokia, di giorno in giorno: la multinazionale finlandese che attende il rilancio dopo la scelta di Windows Phone 7 come OS d’elezione per i suoi smartphone perde uomini chiave, fiducia delle società di rating e deve difendersi dalla diffusione oramai incontrollabile di notizie su acquirenti interessati ad acquisirne il controllo.

Dalla Finlandia arriva la notizia che il chief technology officer (CTO) Rich Green ha deciso di prendersi un “congedo temporaneo” dai suoi impegni presso Nokia, adducendo non meglio specificate motivazioni personali.

La corporation rassicura sul fatto che la cosa “non avrà alcun impatto” sulla strategia di prodotto e la timeline già fissata per le nuove uscite, mentre per quanto riguarda le reali motivazioni dell’accaduto è facile ipotizzare che il disaccordo tra Green e il resto della board sull’abbandono dell’OS MeeGo abbia portato a una rottura che difficilmente potrà sanarsi in futuro.

Intanto Nokia continua a perdere la fiducia delle agenzie di rating: dopo il declassamento di Fitch da BBB+ a BBB-, il titolo della multinazionale subisce un nuovo giudizio negativo da parte di Standard & Poor’s – che declassa le obbligazioni da A- a BBB+ con outlook negativo.

Nella tempesta di notizie e indiscrezioni sul conto di Nokia interviene anche il CEO Stephen Elop, il quale si barcamena tra una dichiarazione non proprio amichevole sulle responsabilità di Apple – colpevole, a suo dire , di aver creato le condizioni per la nascita di Android – e l’ ennesima smentita su compratori (in questo caso Samsung) eventualmente interessati a fagocitare la società finlandese.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
10 giu 2011
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