Non sempre rippare ti si ritorce contro

Non sempre rippare ti si ritorce contro

Negli USA due dei componenti dei RNS, accusati di complotto ai fini di violazione di copyright, giudicati innocenti. L'accusa non è riuscita a dimostrare lo scopo di lucro
Negli USA due dei componenti dei RNS, accusati di complotto ai fini di violazione di copyright, giudicati innocenti. L'accusa non è riuscita a dimostrare lo scopo di lucro

Gli unici due membri dei Rabid Neuroses (RNS, attivi dal 1997 al 2007 nella diffusione di musica online) a non essersi dichiarati colpevoli del reato di violazione di copyright, Adil Cassim, leader del gruppo, e Matthew Chow, ultimo componente in ordine cronologico, sono stati infine giudicati innocenti.

Per quanto il gruppo fosse ritenuto responsabile della diffusione di quasi 18mila tracce musicali coperte da copyright nei suoi dieci anni di attività, e fossero state individuate le modalità con cui operava, invece dell’accusa di violazione di diritto d’autore era stata avanzata la tesi giudiziaria di complotto ai fini di una violazione delle norme sul copyright : fattispecie di reato penale (e non civile come la semplice violazione di copyright) che può essere punita con una pena detentiva fino a cinque anni e una multa fino a 250mila dollari.

Per essere condannati, quindi, l’accusa doveva dimostrare che la diffusione (indipendentemente dalla dimostrazione della violazione di copyright che non rientrava più nel procedimento) veniva effettuata per vantaggi commerciali o per un guadagno finanziario privato, attraverso la riproduzione o la distribuzione di una o più copie di lavori coperti da diritto d’autore con un valore complessivo di oltre mille dollari, oppure tramite la distribuzione di lavoro preparato per la distribuzione commerciale tramite una rete di PC. Ovviamente il responsabile doveva essere consapevole di tale natura commerciale.

Il guadagno, pur non diretto, sarebbe derivato dalla capacità dei membri del gruppo di ottenere copie e lavori protetti da copyright: in pratica essi molto spesso effettuavamo direttamente il ripping di prerelease , canzoni cioè ancora non distribuite ufficialmente e ottenute da copie promozionali inviate agli addetti ai lavori, oppure incaricavano terzi o alcuni membri di acquistare CD in paesi che godevano di date di uscita anticipate, per poi ripparli e caricarli in Rete. In taluni casi, quelli di RNS arrivavano anche a collaborare con alcuni operatori di una fabbrica di CD Universal.

I due accusati però sono stati ritenuti innocenti dal giudice, perché l’accusa non è riuscita a dimostrare esaustivamente la sua tesi.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 26 mar 2010
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