Nuovi domini/ La rivolta dei bocciati

Nuovi domini/ La rivolta dei bocciati

L'ICANN rischia di essere travolta dalle azioni legali dopo aver bocciato alcuni proponenti, tra cui gli italiani DADA e Register.it, che non accettano le decisioni dell'organismo dei domini. Arriva anche l'OMS. Guai in vista?
L'ICANN rischia di essere travolta dalle azioni legali dopo aver bocciato alcuni proponenti, tra cui gli italiani DADA e Register.it, che non accettano le decisioni dell'organismo dei domini. Arriva anche l'OMS. Guai in vista?


Roma – La decisione, formalmente, è inappellabile ma sono molte le aziende che stanno preparandosi a dare battaglia contro l’ICANN dopo la bocciatura di numerose proposte di nuove estensioni di dominio, considerate “solide” dai proponenti.

Le accuse rivolte dalle italiane DADA e Register.it, che hanno proposto il dominio.pid, sono le stesse che all’ICANN lancia il Group One Registry, proponente dei domini.one. Secondo tutte queste aziende e i loro partner, l’ICANN non solo ha bocciato domini che “andavano autorizzati”, ma ha anche sbagliato nelle procedure: ha assegnato le estensioni di dominio per l’analisi a gruppi di lavoro sbagliati e non ha tenuto conto a dovere delle informazioni fornite insieme alle proposte (ognuna delle quali è costata ai proponenti mesi di lavoro e 50mila dollari di presentazione).

Secondo Group One, non è accettabile che le decisioni prese dall’ICANN non siano appellabili e dunque preannuncia un’azione legale: “Non sembra esserci altro strumento per reagire”. Posizione, questa, che pare condivisa sempre più dalle due italiane a cui la bocciatura di.pid (personal identification domain) proprio non è andata giù. Al punto che hanno annunciato ieri il ricorso contro la decisione sia all’ICANN che al ministero del Commercio americano, formalmente tenuto alla ratifica delle scelte adottate nel meeting dell’ICANN di Marina del Rey.

Bruno Piarulli, boss di Register.it, ha parlato di “fretta e superficialità a vantaggio dei soliti noti”. “Ci è sembrata palese la volontà di decidere in fretta – ha attaccato Piarulli – per non mettere in discussione certe posizioni dominanti che storici Registry, consorzi di Registrar di domini e Internet corporation pioniere del net hanno ormai sviluppato. Del resto, lo stesso neo presidente di ICANN, Vinton Cerf (figura d’altissima reputazione, considerato il “padre di Internet”), ha affermato che in questa fase l’istituzione s’è assunta compiti che non rispecchiano la sua missione”.

Tra gli errori commessi dall’ICANN messi in luce da Piarulli alcuni sono clamorosi: “Come definire l’affermazione per cui DADA sarebbe una società con 5 dipendenti e un fatturato semestrale di 13,9 milioni di lire? Errori inspiegabili, dato che la documentazione (presentata alla CONSOB per la quotazione di DADA al Nuovo Mercato italiano) dimostra un fatturato semestrale di oltre 13 miliardi di lire e 87 dipendenti (oggi sono già 140). E se alcuni concetti, come l’innovatività del progetto, possono essere opinabili, questi sono dati inconfutabili!”.

Prese di posizione che annunciano battaglia sono anche quelle dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che aveva chiesto l’approvazione dei domini.health, e del consorzio di banche e istituti finanziari che aveva proposto i domini.fin, estensione anche questa bocciata dall’ICANN.

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Pubblicato il
29 nov 2000
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