NoPay.it, vero free all'attacco

NoPay.it, vero free all'attacco

Lo chiamano double-free perché offre gratis connessione e accesso. Ecco come funziona e perché a volte non funziona. Nella nostra intervista Nopay ribatte: stiamo lavorando per voi
Lo chiamano double-free perché offre gratis connessione e accesso. Ecco come funziona e perché a volte non funziona. Nella nostra intervista Nopay ribatte: stiamo lavorando per voi


Milano – Difficile prendersela con un provider di accesso ad internet che, oltre a non chiedere canoni di abbonamento, azzera anche i costi della telefonata. Su NoPay.it si era aperto un piccolo giallo, perché il sito è stato down per diverso tempo a fronte di iscrizioni ufficialmente in rapido aumento.

Abbiamo chiesto all’amministratore delegato di Communications&Promotions (che gestisce NoPay), Rafael Galante, di aiutarci a fare luce su quanto è accaduto: “Abbiamo sottostimato la domanda. Nella prima settimana, il nostro sito è stato visto da 318mila persone. Di queste, quasi 200mila hanno tentato di scaricare il programma client per effettuare la connessione. E di questi siamo riusciti ad attivarne 20mila”. Come mai così pochi? “Noi, spiega Galante, non avevamo pianificato una campagna di marketing aggressiva proprio per poter fare fronte alla domanda che sapevamo esserci, perché sapevamo che il nostro progetto era buono. Nonostante questo, siamo stati costretti a concentrare in una settimana investimenti di sviluppo tecnico che avevamo programmato per sei mesi”.

Insomma, i motivi di “imbarazzo” per NoPay.it sembrano in realtà dovuti alla fortissima richiesta di servizi internet free che ha spiazzato il provider. “Oggi, spiega Galante, sono quasi 50mila le persone che hanno scaricato il client e che sono materialmente in grado di collegarsi al servizio”. Osserviamo che c’è chi dice che il servizio non funziona. “Che non vada tutto liscio, sottolinea, è normale. Io sono stato tra i primissimi utenti Omnitel e mi capitava di non avere segnale in centro a Milano. Qualche tempo dopo ero fruitore di un ottimo servizio di telefonia mobile. Questo per dire che ci vuole tempo se l’offerta che si fa viene raccolta da così tante persone, occorre avere il tempo di strutturarsi”. Come a dire, dunque, che il servizio a volte può non funzionare al meglio, ma gli investimenti in corso servono proprio a migliorare la situazione. “Vogliamo, ha detto Galante, regalare internet senza scatti e senza abbonamento, ci stiamo strutturando per far sì che tutti possano non pagare le telefonate. Col tempo le cose miglioreranno”.

“Il day one, spiega Galante, è stato incredibile per il numero di utenti. Ora c’è da lavorare sul piano tecnico ma pensiamo che entro fine marzo saremo in grado di accogliere 100mila iscritti. Ed entro fine aprile contiamo di arrivare ad offrire il servizio anche a Roma e di iniziare a lavorare anche in altre grandi città italiane”.


Il servizio “double-free” di NoPay, come lo chiama Galante, azzera tutti i costi legati alla rete. La connessione avviene tramite numero verde con un programmino che gestisce anche la bannerizzazione, ossia l’invio sullo schermo dell’utente di comunicazioni pubblicitarie che “pagano” i costi di connessione. Va anche detto che il banner ha dimensioni di 240×63 pixel, ben più piccolo di quelli normalmente pubblicati sulla rete.

In particolare sono due gli strumenti utilizzati da NoPay per far circolare la propria pubblicità. Il primo è basato sulle impression, ovvero sul numero di volte che i banner proposti vengono visti; il secondo sul broadcasting. “Nel caso delle impression, spiega Galante, le nostre sono cifre reali, perché il banner è sempre presente sul monitor dell’utente indipendentemente da quello che fa in rete. Quindi ad ogni utente corrisponde una impression. Non può capitare, come avviene a volte sulla rete, che saltando da una pagina all’altra l’impression venga contata ma il banner non venga visto”.

NoPay, infatti, “piazza” sullo schermo dell’utente una finestrella con il banner che l’utente stesso può muovere dove più crede sul monitor ma non può chiudere se intende usufruire del servizio. “Il broadcasting, continua Galante, ricorda più da vicino il concetto della pubblicità televisiva. Consente infatti allo sponsor di decidere a quale ora inviare sulla rete i propri messaggi pubblicitari. Noi abbiamo diviso la programmazione in più fasce orarie per venire incontro alle esigenze degli sponsor”.

Ma se si utilizza la connessione, per esempio, per scaricare un programma e mentre si scarica si va a mangiare un panino? Si può parlare ancora di impression vere relativamente ai banner pubblicitari venduti agli sponsor? “Il nostro sistema, spiega Galante, è pensato per chiudersi se per tre minuti non viene mosso il mouse o non viene toccata la tastiera”. Non è un meccanismo che limita le possibilità d’uso della connessione? “No perché, sostiene Galante, il servizio ha un suo costo. Il costo lo sostiene lo sponsor. Si tratta di avere rispetto reciproco: lo sponsor si limita ad un banner che può essere posizionato come si vuole sul monitor, l’utente accetta di ricevere della pubblicità per poter navigare gratuitamente”.

“Il banner, continua Galante, è in realtà soltanto una fase. In futuro, con una connettività che migliorerà in termini qualitativi, sarà possibile inviare nello spazio promozionale sul monitor dell’utente, oggi occupato dal banner, anche brevi spot video”.

Ma quanti cliccano sui banner promozionali? “Abbiamo un’ottima percentuale di click-through, dal 4 all’8 per cento. Quest’ultimo dato lo ha ottenuto Omnitel, piazzando un banner con una bella ragazza”. Ma come fate a conoscere i gusti e le preferenze dei vostri utenti? “Non li sappiamo, conclude Galante, non effettuiamo la profilazione degli utenti ma ci limitiamo ad utilizzare i dati inseriti all’atto della registrazione. La privacy è essenziale”.

a cura di Paolo De Andreis

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Pubblicato il 10 mar 2000
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