MacOS X, sfida di innovazione

MacOS X, sfida di innovazione

di Massimo Rotunno. Ecco perché Apple non ha sbagliato strategia sul sistema operativo e quali sono le origini delle scelte che Steve Jobs ha adottato per rilanciare la casa di Cupertino
di Massimo Rotunno. Ecco perché Apple non ha sbagliato strategia sul sistema operativo e quali sono le origini delle scelte che Steve Jobs ha adottato per rilanciare la casa di Cupertino


Web – Come consulente informatico e giornalista ritengo di vitale importanza basare giudizi obiettivi su una base scientifica e critica di osservazione oggettiva di quel che viene analizzato, studiato e/o proposto. Di MacOSX, sistema operativo della Apple basato su kernel Unix, ultimamente si fa un gran parlare, e spesso, ma non sempre, con chiarezza.

Le numerose innovazioni che questo sistema di prossima uscita porterà non sono affatto da sottovalutare, né da considerare o valutare poco alternative, niente affatto innovative, o scarsamente concorrenziali. Vediamo i perché.

Sin dal 1984, Apple è stata innovatrice, proponendo un sistema rivoluzionario per usare i Personal Computer. Quando ancora si usava DOS, Mac già era dotato di floppy da 3.5 pollici, interfaccia grafica, e mouse (quest?ultimo non è una invenzione di Bill Gates, come spesso leggiamo anche per mano di giornalisti ben poco informati sul mondo dell?Information Technology).

Numerose innovazioni dell?informatica sono nate in casa Apple, e nel 1983, con l?introduzione di Lisa, nacque un computer con caratteristiche e sistema operativo che tutti i sistemi odierni vogliono eguagliare (memoria protetta, multitasking preempitivo, interfaccia grafica innovativa e facile, e via discorrendo).

Oggi l?evoluzione, con la svolta verso il mondo Unix, si chiama MacOS X.

Interfaccia ancor più facile, intuitiva, anche animata, potenza del kernel Unix, motore grafico innovativo Quartz, ambiente di sviluppo WebObject e Cocoa, ed altro ancora, fanno di MacOSX un traguardo importantissimo per tutti gli utenti della mela, per chi lo è diventato da poco con i milioni di iMac, iBook, PowerBook e G4 venduti in pochi mesi, per chi lo è da tempo, e per chi usa sistemi concorrenti e a larga predominanza di mercato.

Spesso si è anche parlato a sproposito sulla evoluzione della grafica delle GUI: se aveva un senso criticare le finestre con tre bottoncini che rispettivamente chiudono, riducono ad icona ed espandono la finestra, bisognava farlo quando Microsoft ha copiato l’interfaccia Apple alla fine degli anni 80, introducendo una libera interpretazione di alcuni elementi dell’interfaccia, tra cui questi “gadgets” di controllo delle finestre. Oggi si critica MacOSX per il look chiamato Aqua. Quanto è sbagliata questa critica? Del tutto, e ve lo dimostro con un semplice paragone.

Quando Apple introdusse l?interfaccia grafica, proprio Bill Gates fu il primo ad affermare che “…la praticità delle interfacce a comando avrebbe prevalso sull’interfaccia, dall’aspetto ludico e poco adatta al lavoro…”: un anno dopo uscì Windows 1.0! (continua)


Ma ancora: fu criticata la scelta di Apple quando implementò il floppy da 3.5 pollici; una scelta sbagliata, a detta di Bill (di nuovo)…e di tanti altri analisti, mentre tutti sappiamo che oggi i dischetti da 3.5 sono stati uno standard. Stessa solfa per gli iMac, prima criticati perché poco seriosi in quanto colorati, oggi oggetti stracopiati in tutto il mondo, ed oggi Apple cita in tribunale per violazione di copyright e vince (i tempi cambiano? Forse).

A Microsoft, quando fu citata in tribunale da Apple, furono riconosciuti dai giudici il 99% degli elementi dell’interfaccia di Windows come copiati dall’interfaccia MacOS, costituendo questo una grave violazione delle leggi di copyright statunitensi e non solo. Come poi il tempo e l’antitrust americano abbiano lasciato proseguire lo sviluppo di Windows in questi anni, è un mistero da svelare. Se l’Antitrust allora avesse giustamente bloccato Microsoft nello sviluppo di Windows, oggi si avrebbe un mondo pieno di PC con sistemi operativi MacOS o Linux.

La finestra di navigazione dei dischi chiamata “Single Window Mode”, sa di deja-vu per gli utenti di Apple, che ha sempre investito numerosi miliardi in Ricerca e Sviluppo. Circola anche una battuta su Microsoft che dice che questo settore dell’azienda sia ubicato a Cupertino. Tanta ironia nasce dalla casualità degli eventi? No di certo!

Apple ha fatto investimenti in Copland, coraggiosamente, tentando di sviluppare un sistema operativo di nuova concezione; avrà anche fallito ma almeno ci ha provato. Ma andiamo oltre questa affermazione. Apple acquistò NeXT, e acquisì anche il 100% della forza operante: tutto ciò era parte dell’ennesimo progetto geniale di Steve Jobs per rivitalizzare il mercato Mac, insabbiato tra errori di gestione e sviluppo del mercato. MacOSX nasce dalla fusione del meglio di NeXTStep col meglio (e c’è tanto da cui attingere) del MacOS.

Il FileManager, allora di Windows, ed oggi tipico di molti sistemi operativi, è sempre stato proprietario di NeXTStep. Non ci vuole molto a capire che Windows è stato “liberamente ispirato” a NeXTStep già a suo tempo. Chi oggi ha più diritto contrattuale ad usare quegli elementi come legittimi e propri è Apple.

Ogni sistema, innegabilmente, ha e può avere punti di forza e debolezza: sono pochissime e non primarie le innovazioni introdotte con Windows, che ha reinterpretato alcuni modi d?uso degli elementi, quali icone, menu, e gli altri elementi che conosciamo, dando al sistema GUI una personalizzazione necessaria.

Non si può inneggiare alle nuove funzioni e semplificazioni di Windows quando si ha una barra delle applicazioni che, quando un paio di finestre in più vengono ridotte ad icona, non consente neanche più di vedere l’icona della finestra; allargando la barra per ospitare e visualizzare più icone si ruba prezioso spazio alle finestre degli applicativi… Che dire? Meglio il menu Applicazioni di Apple.

Windows è indubbiamente il sistema operativo più diffuso sul mercato, ma questo non ne fa certo uno standard assoluto: la diffusione non è infatti legata alla vera utilità o produttività, ma a questioni di distribuzione forzata di un sistema operativo assieme ad un hardware al quale poteva e può essere associato anche un secondo o terzo sistema operativo.

Questo sta accadendo oggi, quando cioè l’utenza è ormai stanca di cercare soluzioni alle migliaia di bugs di Windows per poter essere produttiva. La scelta di Linux (gratuito e funzionante) deve essere un monito severo per chi usa Windows, acquistato e con 63mila bugs. Nessun software è esente da bugs, ma basta usare quello più affidabile, creativo, e che ci lasci usare la nostra macchina per la produttività di cui si ha bisogno. MacOS è per questo in prima fila assieme a Unix. (continua)


Oggigiorno non serve essere parziali, invece è bene esser capaci di individuare soluzioni in grado di risolvere problemi, a prescindere dal sistema operativo.

L’informatica, così come conosciuta oggi, viene dal mondo Apple. Molte riviste PC oggi trattano argomenti, scrivono articoli, affrontano quesiti comparsi più di dieci anni fa su riviste dedicate al mondo della mela in bocca, e leggendole oggi, sembra di fare un salto nel passato, rispolverando scatoloni pieni di vecchie riviste in cerca di nostalgici ricordi nella biblioteca in soffita… L’informatica avrà un ruolo sempre più predominante in futuro.

Apple è sempre stata restìa a portare MacOS su piattaforma PC: non affrontando le motivazioni di tale scelta in profondo, è opportuno sottolineare soltanto che Apple produce computers Macintosh, ed ha creato da un sistema di nicchia, un sistema completo, dunque una soluzione, per molti professionisti, e che è stata presa come modello per interfaccia, affidabilità software ed hardware per creare copie ed imitazioni del mondo PC. Che poi non si siano raggiunti questi risultati di affidabilità anche nel mondo PC non dipende certo da Apple.

Darwin potrebbe rappresentare una via d’uscita dalla piattaforma PowerPC qualora questa, tra molti anni, non dovesse avere un domani sicuro. Darwin non è un segno di insicurezza, ma di ampliamento di visione del mercato, e fa parte di un piano ben definito. Il porting di MacOSX non è un tentativo di avvicinamento al nemico di sempre, ma di essere in grado di sfruttarne la piattaforma un domani. In quanto al nemico… Beh, Microsoft, dal canto suo, ha deciso di condividere con Apple proprie tecnologie in cambio di altre di quest’ultima, dopo la guerra (mica tanto) fredda degli anni scorsi. Se sono contenti loro, dovrebbero davvero essere contenti tutti.

Bill Gates non ha comprato Apple, né la controlla direttamente o indirettamente, ma ha acquistato soltanto il 10% delle azioni a seguito di una alleanza dagli sviluppi concreti, credendo nelle nuove strategie.

Le prestazioni dell?hardware PC e PowerPC parlano chiaro: si vada alla pagina www.apple.com/whymac/ e si legga tutta la documentazione riguardo la potenza del processore 64bit RISC di nome PowerPC: nei calcoli matematici e per tutto ciò che “macina numeri”, il chip RISC di Apple, Motorola ed IBM supera di 2 volte e mezzo i Pentium a pari velocità. Se non si crede alle affidabili pubblicazioni Apple, giudicandole di parte, si potrà facilmente trovare numerosa analoga documentazione attingendo da altre fonti ben più imparziali e scientifiche.

Un solo esempio: i giochi macinano numeri, ed Unreal girava sui primi G3 ad 80 frames al secondo senza schede grafiche particolari, mentre su PC raggiungeva a malapena i 60.

La qualità dei componenti e dell?assemblaggio garantito costa anche su PC. Apple se ne accerta in fabbrica, riproponendo al mercato un hardware da catena di montaggio estremamente affidabile e robusto; assicura a tutti anche d’essere un datore di lavoro dalle pari opportunità e non favorire il lavoro minorile. Quanti dei componenti PC sono fatti a Taiwan in fabbriche dove piccole mani lavorano sui chip? Pensiamoci. Anche Apple utilizza un certo tipo di componentistica proveniente da Taiwan, ma si assicura che le ditte fornitrici siano compatibili con la propria linea di conduzione aziendale.

Forse è meglio comprare un hardware affidabile ed un po ‘ più costoso anche per questo motivo.

Può essere semplice copiare la filosofia ed il look and feel di un sistema operativo: ben altra cosa è scriverne uno di sana pianta che funzioni bene, che non sia pachidermico, famelico di RAM e che funzioni. Un esempio limite? Il QNX!

L’altra faccia della medaglia di Windows, quella buona, è certamente MacOS, e lo si evince sotto più punti di vista.

Concludo ripetendo che ogni sistema operativo ha le sue peculiarità, i suoi punti di forza e debolezza. Anche Windows ha delle potenzialità dove MacOS arriva con soluzioni di terze parti mentre Windows di sistema, ma parlare di stabilità e produttività è diverso.

Una piattaforma deve offrire soluzioni stabili e durature: ce ne sono per entrambi, ma le più soddisfacenti sembrano votare Mac come la piattaforma (hardware+software) più produttiva, con meno grattacapi, reinstallazioni, cancellazioni, ed offrendo una buona stabilità; tutti fattori che aumentano e consolidano una produttività che, chi lavora col computer, ama.

Massimo Rotunno

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Pubblicato il 14 apr 2000
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