Londra, presto Big Brother vedrà la luce

Londra, presto Big Brother vedrà la luce

Sta per nascere la prima creatura ufficialmente echelonante dell'Europa occidentale. La gestazione potrebbe concludersi entro giugno ma c'è chi rassicura: George Orwell si è sbagliato
Sta per nascere la prima creatura ufficialmente echelonante dell'Europa occidentale. La gestazione potrebbe concludersi entro giugno ma c'è chi rassicura: George Orwell si è sbagliato


Londra – Il Governo britannico non sembra dare il meglio di sé da quando, nei giorni scorsi, la Camera dei Lord ha approvato il contestatissimo testo di legge che facilita le spiate elettroniche della polizia, al punto che entro giugno il tutto potrebbe diventare legge. Si tratta della prima creatura ufficialmente echelonante dell’Europa occidentale ed è quindi ovvia l’attenzione di tutti per la fin troppo facile gestazione che la avvicina giorno dopo giorno alla nascita.

Non sembra dare il meglio di sé perché le uniche osservazioni che arrivano dal ministero degli Interni su questa gravidanza frettolosa non rispondono alle preoccupazioni di moltissimi che vedono nella legge il primo passo verso la creazione di un Grande Fratello istituzionale, capace di entrare in qualsiasi momento nel computer dei sudditi di Sua Maestà e nella loro posta elettronica. Il portavoce degli Interni ha detto: “Si è vista una forte crescita dei codici di crittazione più potenti, che praticamente sono invalicabili, ottimi per il commercio elettronico ma che possono essere usati anche per altri scopi. Criminali innovatori, o pedofili, possono mascherare le proprie attività grazie alla crittazione”.

Secondo il portavoce non è vero che chi dimenticherà la propria password finirà in carcere per due anni: “La proposta di legge prevede che, perché questo accada, la polizia sia in grado di provare che la password è stata trattenuta volontariamente. Non stiamo dicendo che si andrà in carcere perché ci dimentichiamo le password”.

Contro la legge “Regulation of Investigatory Powers” si vanno schierando in queste settimane tutte le associazioni che si battono per le libertà civili e la libertà di espressione, compatte nel ritenere pericolosissima la norma. Secondo gli oppositori della legge, in questo modo alla polizia sarà permesso in qualsiasi momento di accedere ai dati personali o finanziari degli utenti, di monitorare anche in tempo reale le loro navigazioni e, insomma, di conoscere appieno i movimenti “digitali” dell’utente internet.

Per tutta risposta, gli Interni ripetono che non sono previsti poteri speciali per la polizia e che comunque sarà richiesto un mandato che di volta in volta dovrà essere firmato dal ministro degli Interni e “solo nei casi di pericolo per la sicurezza nazionale o di crimini gravi, come il traffico di droga e il terrorismo”. Insomma, George Orwell si è sbagliato, niente paura.

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Pubblicato il
29 mag 2000
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