Il lato oscuro dell'elettronica

Il lato oscuro dell'elettronica

Ci vorranno anni, se tutto fila liscio, prima che una parte consistente dei rifiuti prodotti dai consumatori di elettronica in ambito UE sia trattata e ridotta. Troppo tempo per chiudere a piombo e mercurio
Ci vorranno anni, se tutto fila liscio, prima che una parte consistente dei rifiuti prodotti dai consumatori di elettronica in ambito UE sia trattata e ridotta. Troppo tempo per chiudere a piombo e mercurio


Bruxelles – Sei milioni di tonnellate: questo il peso di un anno di rifiuti elettronici all’interno dell’Unione Europea. Questa “massa” di materiale altamente inquinante oggi mette a rischio, più di altri generi di scarti, il già dissestato ambiente europeo. Ed è questo il problemone che la Commissione europea spera di riuscire a risolvere nel volgere di… qualche lustro.

Se tutto va per il meglio, cioè se non saranno posti troppi ostacoli su questa strada, nel giro di un anno e mezzo potrebbe entrare in vigore una norma comunitaria che consentirebbe il riciclaggio, a partire dal 2006, di un volume tra il 60 e l’80 per cento della massa di rifiuti a rischio. Oggi gli scarti elettronici costituiscono il 4 per cento del totale dei rifiuti prodotti dai paesi UE. Entro la fine della decade questa percentuale potrebbe scendere anche all’1 per cento, quantità comunque corrispondente a centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti ad alto rischio non trattati.

Va sottolineato inoltre che, anche se la normativa entrerà in vigore, i costruttori potranno continuare ad usare liberamente piombo, cadmio e mercurio almeno fino al 2008.

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Pubblicato il
16 giu 2000
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