Nuovo software anti-Napster

Nuovo software anti-Napster

EMusic sostiene di poter individuare uno ad uno e rapidamente gli utenti del sistemone di file-sharing che si scambiano musica protetta da copyright. Ma non sembra considerare la duttilità ormai raggiunta dalle tecnologie di condivisione
EMusic sostiene di poter individuare uno ad uno e rapidamente gli utenti del sistemone di file-sharing che si scambiano musica protetta da copyright. Ma non sembra considerare la duttilità ormai raggiunta dalle tecnologie di condivisione


Roma – Un motore di ricerca all’interno del motore di ricerca della musica di Napster. Così EMusic intende dare battaglia a Napster e ai suoi utenti, il primo “reo” di non aver accettato un accordo commerciale con la casa discografica e i secondi di scambiare file musicali protetti da copyright.

EMusic sostiene che il suo motore è capace di individuare gli utenti Napster che mettono a disposizione degli altri utenti titoli che appartengono all’etichetta e spiega che offrirà a ciascun utente “pizzicato” 24 ore per rimuovere dalla condivisione qualsiasi file che appartenga ad EMusic. Dopo 24 ore, qualora l’utente non abbia “obbedito”, l’azienda chiederà a Napster di bloccare l’accesso all’utente.

La casa discografica potrà ottenere la collaborazione di Napster, come già accadde all’epoca delle censure dei Metallica e di Dr.Dre , in quanto l’azienda ha sempre sostenuto di poter impedire l’accesso di un determinato utente qualora “la parte lesa” dimostri che quell’utente ha violato il suo copyright. EMusic sostiene di poter fornire un feedback continuativo a Napster e dunque di poter buttare “fuori dal sistemone” tutti i file sui quali ritiene di possedere il copyright.

Come noto, una certa percentuale dei file che girano tra gli utenti Napster ha nomi che non corrispondono necessariamente ai contenuti e ci vuole ben poco, per un utente “bannato”, per rientrare nel sistema una volta escluso. Non solo, sono ormai innumerevoli i server sui quali si appoggiano gli utenti Napster, e solo una parte di essi sono “controllati” direttamente dall’azienda… Tre elementi “chiave” che non sembrano però trovare spazio nelle arrabbiate dichiarazioni di EMusic.

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Pubblicato il 22 nov 2000
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