Santa Alleanza per lo streaming on-line

Santa Alleanza per lo streaming on-line

Alcuni pezzi grossi, fra i quali Apple e Sun, si sono alleati in nome di uno standard aperto per lo streaming di contenuti multimediali su Internet che faccia giustizia dei formati proprietari
Alcuni pezzi grossi, fra i quali Apple e Sun, si sono alleati in nome di uno standard aperto per lo streaming di contenuti multimediali su Internet che faccia giustizia dei formati proprietari


San Jose (USA) – Proprio all’apice dello scontro fra Microsoft e RealNetworks sul mercato dei media player, Apple, Cisco, Sun Microsystems, Philips e Kasenna (una società satellite di SGI) danno vita alla Internet Streaming Media Alliance (ISMA), un’alleanza che intende promuovere lo sviluppo di uno standard aperto per lo streaming on-line di contenuti multimediali.

Con la nascita e la promozione di un nuovo standard pubblico, l’ISMA vuol mettere fine alla necessità, per gli utenti, di dover installare sul proprio computer media player differenti, necessari per aprire i vari formati di streaming audio/video proprietari che attualmente si trovano sulla rete.

Quello dei formati multimediali è un mercato molto ricco la cui fetta più grossa è spartita fra il Windows Media Player di Microsoft, il RealPlayer di RealNetworks e il QuickTime di Apple.
A questo proposito, i cinque membri fondatori dell’ISMA intendono prendere alcuni elementi degli attuali standard e contribuire a sviluppare un formato cross-platform e multi-vendor che garantisca interoperabilità e compatibilità.

Alla base delle specifiche del nuovo standard vi sarà il già noto formato MPEG4, da cui hanno preso spunto un po’ tutti, inclusa Microsoft, per sviluppare o potenziare i propri formati video e audio destinati allo streaming su Internet.

Sebbene formalmente invitate, Microsoft e RealNetworks per il momento non hanno mostrato interesse ad unirsi a questo carroccio, al contrario di AOL, che ha invece lodato l’iniziativa. Ma del resto che vantaggi avrebbero questi due compari a mettere da parte i loro ormai diffusissimi formati in nome di uno standard comune? Probabilmente pochi, se non addirittura nessuno.

Il nuovo standard proposto dall’ISMA avrà successo solo se riuscirà a farsi adottare da una buona fetta di content provider: nel caso contrario, quest’alleanza sarà servita unicamente a incrementare il numero di formati in circolazione, a cui aggiungiamo pure il DivX e le sue quattro nuove evoluzioni in via di sviluppo.

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Pubblicato il
14 dic 2000
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