File-sharing by Microsoft

File-sharing by Microsoft

Il big di Redmond ha in cantiere un progetto che porterà alla sviluppo di una delle più ambiziose tecnologie di file-sharing, dedicata al mondo aziendale e accademico. E il Windows Media Player potrebbe divenire media-sharing
Il big di Redmond ha in cantiere un progetto che porterà alla sviluppo di una delle più ambiziose tecnologie di file-sharing, dedicata al mondo aziendale e accademico. E il Windows Media Player potrebbe divenire media-sharing


Redmond (USA) – Soltanto un anno fa i software di file-sharing sembravano destinati unicamente a quei ragazzini pestiferi e con tanto tempo libero che, in barba a qualsiasi legge sul copyright, cominciarono a divertirsi un mondo scambiandosi tonnellate di file attraverso i network di Napster, Gnutella o le altre centinaia di cloni.

Oggi quei concetti potrebbero portare una grossa rivoluzione nel mondo dell’IT, ed Intel fu uno dei primi big a mostrare molto interesse verso queste nuove tecniche di condivisione libera e globale dei computer sulle reti. Poi venne il progettone Groove di Ray Ozzie. Dunque non deve stupire che Microsoft non sia intenzionata a perdere il treno.

Come riportato da ZDNet, il colosso di Redmond sta lavorando ad un progetto di nome “Farsite”, una tecnologia di file sharing che, molto similmente a quanto fa Gnutella, adotta un modello di distribuzione peer-to-peer (P2P), ossia in totale assenza di server intermediari (come è noto Napster si appoggia invece a dei directory server).

Farsite, che ha come suo più grosso rivale il progetto OceanStore sviluppato dall’Università di Berkeley, sarebbe una tecnologia con grosse ambizioni, ben più avanti degli attuali sistemi di file sharing open source, e destinata a network aziendali o accademici costituiti da un centinaio di migliaia di macchine connesse fra loro.

Lo scopo di Farsite, come quello di altri prodotti analoghi in via di sviluppo, si narra sia quello di introdurre l’era del cosiddetto “servless storage”, ovvero l’archiviazione e lo scambio dei dati su reti paritetiche in assenza di file server centralizzati. Secondo Bill Bolosky, a capo del progetto Farsite, il servless storage non solo elimina i costi dei server e della loro relativa manutenzione ma semplifica altresì l’accesso ai dati da parte degli utenti mobili.

OceanStore, che può essere visto come una sorta di file system distribuito a livello mondiale, sarà sviluppato proprio con un occhio di riguardo al mobile computing.

Naturalmente file-sharing vuol dire anche media-sharing, un concetto che ben si sposerebbe con il Windows Media Player: e dunque chissà che Microsoft, con Farsite, non accarezzi anche l’idea di un network per la distribuzione di contenuti a pagamento. In fondo l’industria discografica, pur ingamberandosi, sta già tentando di approdare proprio lì.

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Pubblicato il
11 gen 2001
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