RIAA: Napster venga chiuso per sempre

RIAA: Napster venga chiuso per sempre

L'associazione dei discografici sostiene che nessuno dei pezzi protetti e segnalati a Napster è stato filtrato efficacemente dal sistemone. E si chiede cosa aspetti il tribunale ad ordinare la chiusura definitiva di Napster
L'associazione dei discografici sostiene che nessuno dei pezzi protetti e segnalati a Napster è stato filtrato efficacemente dal sistemone. E si chiede cosa aspetti il tribunale ad ordinare la chiusura definitiva di Napster

Washington (USA) – Sono 675mila i titoli segnalati a Napster dall’associazione dei discografici americani RIAA, e sono 675mila i titoli che Napster non riesce a filtrare, consentendo che i propri utenti li scambino liberamente. Questa la tesi della RIAA che ieri si è scagliata con violenza contro il sistemone di file-sharing, sostenendo che è ora che Napster chiuda.

In un documento di 28 pagine presentato ieri alla Corte d’Appello che si appresta a giudicare il sistemone, la RIAA ha spiegato che Napster deve liberarsi di “quei filtri arcaici” perché “incredibilmente, ogni singolo pezzo elencato nella denuncia originale rimane disponibile su Napster. Il cosiddetto filtro di Napster non riesce minimamente ad escludere neppure i file che Napster sostiene di aver filtrato. Non solo, anche se Napster riuscisse a fare quel che dice, innumerevoli altri problemi ci dicono che quelli sono filtri nati morti”.

“Al momento – ha tuonato Hillary Rosen, boss della RIAA – non ci sono filtri efficaci per salvaguardare il diritto d’autore in Napster. E crediamo che questo sia fatto apposta”.

L’attacco ad alzo zero ha colpito duramente Napster. Tutto quello che ieri ha potuto fare l’azienda è stato di ribattere che 275mila titoli sono stati bloccati per complessivi 1,6 milioni di file con diversi nomi che quei pezzi comprendono. Un’affermazione difficile da sostenere, in effetti, perché ci vuole poco a verificare come su Napster sia disponibile pressoché tutto quello che c’era prima. Semmai ci sono problemi di overload dei server, tanto che sarebbero molti gli utenti che stanno migrando altrove, almeno secondo Webnoize.com, che da tempo monitora “l’utenza file-sharing”.

Napster si difende con i denti, appellandosi ad alcune inesattezze formali delle ultime decisioni del tribunale e sperando così di guadagnare tempo, ma la RIAA affonda la lama sostenendo addirittura nel suo documento che Napster ha una tecnologia capace di bloccare certe riproduzioni ma non la sta utilizzando.

“L’unica soluzione per Napster – si legge in una nota – è fare in modo che circolino sulla sua rete solo file approvati preventivamente”. Come a dire: prima chiude meglio è.

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Pubblicato il 29 mar 2001
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