Pirateria/ BSA strikes back. Via radio

Pirateria/ BSA strikes back. Via radio

Arriva un nuovo spot della divisione italiana dell'alleanza dei produttori del software. Per spiegare ancora una volta quali sono i rischi legati alla legge sul diritto d'autore. Sperando di non inciampare, come accadde con lo spot Tv
Arriva un nuovo spot della divisione italiana dell'alleanza dei produttori del software. Per spiegare ancora una volta quali sono i rischi legati alla legge sul diritto d'autore. Sperando di non inciampare, come accadde con lo spot Tv

Roma – Si sente un computer tossire e lo spot prosegue: “Lo senti, il computer lo sa, copiare software per la tua azienda è un reato. Con la nuova legge, si rischiano fino a tre anni di reclusione”. Questo il passaggio “forte” del nuovo spot antipirateria che la divisione italiana della Business Software Alliance sta cominciando a far circolare via radio.

Si tratta della seconda offensiva che la BSA conduce in Italia per annunciare a imprese e privati che c’è una legge sul diritto d’autore recentemente approvata e che questa legge è severa. Lo scorso novembre lo spot era televisivo, con immagini forti (vedi foto in questa pagina) e un testo che aveva fatto infuriare moltissimi sviluppatori e utenti di software, al punto che l’Autorità della concorrenza e del mercato lo aveva condannato sulla base di due denunce.

Ora l’alleanza dei grandi produttori di software ci riprova, nella convinzione che la legge italiana sul diritto d’autore non sia ancora abbastanza nota agli italiani, svolgendo in pieno il proprio ruolo ormai consolidato anche sul piano internazionale di “cybercop affiliato” alle forze di polizia dei paesi in cui opera.

Un ruolo ribadito ieri da Paolo Ardemagni, presidente di BSA Italia che Punto Informatico aveva a suo tempo intervistato a proposito delle polemiche sul primo spot, che ha spiegato: “La necessità di simili iniziative è evidenziata dai continui sequestri realizzati in Italia, anche grazie alla collaborazione di BSA”.

Sul sito della BSA italiana, rimane peraltro disponibile lo spot televisivo condannato, spot che tra le altre cose non prendeva in considerazione l’esistenza dell’open source e del mondo del free software…

Va detto, comunque, che la legge sul diritto d’autore oggetto dello spot BSA non solo è molto severa ma appare anche in contrasto con la normativa europea, più permissiva, approvata due giorni fa dal Consiglio dei ministri dell’Unione Europea. Ma la BSA italiana non sembra preoccuparsene e lancia la campagna sui principali network radiofonici italiani.

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Pubblicato il
11 apr 2001
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