Corea del Sud, patria della banda larga

Corea del Sud, patria della banda larga

In nessun altro paese al mondo una così elevata percentuale di cittadini accede ad Internet attraverso banda larga. Una situazione che sta cambiando l'uso di Internet e degli altri media ad una velocità mai vista
In nessun altro paese al mondo una così elevata percentuale di cittadini accede ad Internet attraverso banda larga. Una situazione che sta cambiando l'uso di Internet e degli altri media ad una velocità mai vista


Roma – La Corea del Sud è protagonista di una delle più incredibile corse verso Internet di questi anni. Secondo i dati ufficiali diffusi dal governo, sono 19 milioni i coreani che hanno accesso ad Internet su 47 milioni di persone. Ma la vera “bomba” è che il 57 per cento di questi accedono alla Rete tramite tecnologie a banda larga. La velocità della rivoluzione sono enormi, basti pensare che solo due anni fa la banda larga toccava solo poco più di 3 milioni di persone… Fibra ottica, certo, ma anche cavo e soprattutto xDSL.

La rapida diffusione della rete veloce si deve non solo ai massicci investimenti del governo ma anche alla “sanguinosa” competizione che spinge verso il basso i prezzi della connettività. Oggi a Seoul una connessione DSL può costare meno di 50mila lire al mese. Altra ragione della diffusione della banda larga in quel paese è la forte urbanizzazione e il fatto che il 40 per cento circa della popolazione viva in grandi condomini, un elemento che ha senz’altro favorito la velocità di installazione delle tecnologie veloci e ne ha abbassato i costi.

A tutto questo si accompagna il fatto che dalla fine del 1999 all’inizio del 2001 gli internet café del paese si sono moltiplicati, passando da poco più di 10mila agli attuali 26mila. Un “network” di punti di accesso, naturalmente accesso veloce, che contribuisce a portare in Rete un numero rapidamente crescente di cittadini sudcoreani.

In questo quadro non ci si può stupire se il modo di rapportarsi alla comunicazione e ai media da parte dei sudcoreani stia cambiando rapidamente. Oggi è normale, a Seoul, guardare i film prodotti dall’industria cinematografica locale che vengono trasmessi su Internet o, meglio, vengono messi a disposizione online perché chiunque voglia possa vederli.

Non deve stupire che i maggiori portali del paese, quelli che fino a qualche tempo fa puntavano tradizionalmente sui contenuti testuali ora sono i principali diffusori di tutto ciò che va da servizi di apprendimento a distanza con videoconferenze dirette con gli insegnanti a sistemi “televisivi”, con diffusione di sceneggiati e contenitori di intrattenimento in molti casi prodotti esclusivamente per Internet. Allo stesso modo via Internet arrivano le ultime “hit” musicali, i videogiochi più appassionanti, i fumetti e, naturalmente, l’erotismo per adulti.

Dunque la vita del paese sta cambiando, i vecchi media sono stati soverchiati con una rapidità che non ha consentito loro neppure di accorgersene, e a sopravvivere sono solo coloro che hanno cavalcato il cambiamento. Al centro c’è l’interattività del nuovo mezzo, la possibilità di gestire tutte le proprie comunicazioni personali, le attività professionali e il tempo libero in modo nuovo.

Un mondo ideale? Probabilmente no, perché in Corea del Sud la povertà è ancora estremamente diffusa e troppo elevata, non solo nelle città, è la densità abitativa, con conseguenti gravi problemi ambientali e di qualità della vita. Per risolvere questi problemi le autorità contano molto sulla Internet veloce. Hanno dimostrato di saperla diffondere e si fanno ora invidiare da mezzo mondo, Italia compresa. Ma un’iniezione fenomenale di broadband è davvero tutto ciò che serve?

Alberigo Massucci

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Pubblicato il 28 apr 2001
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