Cellulari 3G? Costosi ma essenziali

Cellulari 3G? Costosi ma essenziali

Le nuove reti UMTS costeranno tantissimo ma sono un affarone per tutti gli operatori. Lo dicono quelli dello Yankee Group
Le nuove reti UMTS costeranno tantissimo ma sono un affarone per tutti gli operatori. Lo dicono quelli dello Yankee Group


Roma – 274 miliardi di dollari in cinque anni: ecco quanto costeranno a tutti gli operatori europei le nuove reti UMTS, secondo la stima di Yankee Group . Il gruppo di analisi economiche americano non ha dubbi: soldi ben spesi, che permetteranno guadagni eccezionali a tutti gli operatori. Bisognerà attendere qualche anno, però, prima che il mercato delle reti 3G diventi maturo.

Yankee Group sostiene che l’UMTS partirà lentamente e comporterà spese colossali per tutti gli operatori coinvolti: prima per via degli alti costi delle licenze preliminari, poi per gli investimenti necessari alla costruzione delle nuove infrastrutture. Ma nessun operatore che voglia aumentare il numero degli abbonati può permettersi di rinunciare alla sfida della 3G: Yankee Group afferma chiaramente che le nuove potenzialità dell’UMTS attireranno moltissimi utenti. Un sacrificio necessario, quindi, per gli operatori di rete mobile, che non potranno nemmeno contare su guadagni nel breve periodo, stando alle analisi del gruppo americano: nel 2002 l’UMTS partirà lentamente e bisognerà attendere qualche anno prima che decolli.

Yankee Group è quindi ottimista sul futuro dei cellulari di terza generazione; l’osservatorio di ricerca esorta gli operatori a “buttarsi” in questo mercato, accettando le sfide del progresso, investendo miliardi e confidando in guadagni che arriveranno solo nel lungo periodo.

Il “progresso della telefonia non si può fermare”, incalza Yankee Group, “bisogna credere nelle nuove tecnologie e saper rischiare per smuovere il mercato”. Tra il 2002 e il 2004, vaticinano gli esperti USA, il GPRS e il W-CDMA (wideband code division multiple access) si affermeranno saldamente.

Una stima ottimistica che si presta tuttavia ad alcune perplessità: in questi mesi abbiamo assistito a cospicui investimenti sull’UMTS, ma anche a tentennamenti e incertezze da parte di molti operatori, primo fra tutti dello stesso gigante giapponese DoCoMo. L’UMTS diventerà davvero il nuovo standard di mercato? O rimarrà soltanto un sogno abortito di chi ha creduto troppo nel progresso?

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Pubblicato il
26 lug 2001
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