Denver (USA) – L’industria del settore sembra davvero poco soddisfatta dai termini di licenza recentemente delineati dallo MPEG-LA , un consorzio formato da 18 società che detengono le proprietà intellettuali della tecnologia MPEG-4.
In un documento preliminare, MPEG-LA ha infatti tratteggiato lo schema delle royalty legate ai termini di licenza dell’MPEG-4, royalty fissate in 25 centesimi di dollaro per lo sviluppo e la vendita di ogni encoder e decoder MPEG-4 (hardware o software) ed un costo fisso di 2 centesimi per ogni ora di video codificato (ad eccetto delle licenze per uso personale) o trasmesso.
Uno schema di pagamento che la Internet Streaming Media Alliance (ISMA), un’organizzazione che rappresenta oltre 30 aziende del settore, ha definito “irragionevole” e pericoloso per il successo stesso dell’MPEG-4 sul mercato del video streaming.
L’ISMA, formata da colossi del calibro di Philips, Sun, Apple e Cisco, sta sviluppando un formato video aperto basato proprio sullo standard MPEG-4. Tuttavia, se questo consorzio di aziende dovesse entrare in conflitto con gli interessi dell’MPEG-LA, il futuro formato potrebbe basarsi su di uno standard alternativo: ad esempio quello della newyorchese On2, un’azienda che ha già consegnato all’ISMA le specifiche della propria tecnologia di compressione video libera da royalty.
L’ISMA ha proposto a MPEG-LA di aprire una discussione con l’industria sui termini della licenza, un tentativo per trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti e non rischiare di rimandare ulteriormente il decollo di uno standard che ha già subito fin troppi ritardi.