L'open source è libertà d'insegnamento

L'open source è libertà d'insegnamento

A ribadirlo è Antonio Bernardi, di Linuxdidattica.org, che in una lettera alla Commissione Istruzione del Senato replica alla recente memoria di Microsoft contro l'adozione del software libero nella PA
A ribadirlo è Antonio Bernardi, di Linuxdidattica.org, che in una lettera alla Commissione Istruzione del Senato replica alla recente memoria di Microsoft contro l'adozione del software libero nella PA


Roma – Mentre al Senato si discute la proposta di legge del senatore Fiorello Cortiana per l’introduzione del software open source nella Pubblica Amministrazione, si accende sempre di più il dibattito fra sostenitori e detrattori del software aperto. Due posizioni riassunte, in massima parte, da due recenti interventi: quello della redazione di ” Software libero nella scuola ” e quello di Microsoft Italia .

Di seguito si riporta una lettera aperta che Antonio Bernardi, responsabile di Linuxdidattica.org, ha inviato alla Commissione Istruzione del Senato in replica alla memoria depositata pochi giorni fa da Microsoft.

“Al Preg.mo Presidente della VII Commissione, e p.c. ai Preg.mi Senatori della VII Commissione

Egregio Presidente Franco Asciutti, Le scrivo la presente per ribadire l’importanza dell’emendamento sottoriportato relativo all’alfabetizzazione nelle nuove tecnologie, soprattutto dopo la lettura del “documento Microsoft”( # ). Il predetto documento, infatti, nell’elencare i “Punti di forza” del software open source (software libero) ne omette due.

Il primo consiste nel fatto che il software libero, a differenza del software proprietario, permette l’assoluta libertà di copia, sia per l’insegnante che per l’allievo, più in generale per ogni utente. La libertà di copia del software corrisponde alla libertà di parola e di pensiero ed è a fondamento dello scambio della conoscenza. Ad esempio quando un insegnante spiega il teorema di Pitagora “esegue una copia” del teorema, quando lo applica ad un problema “esegue una copia”, ecc. Per il software, bene immateriale, vige lo stesso principio. Il predetto software, per sua natura, è rispettoso della proprietà intellettuale identificata nel diritto di autore, ed educa alla cultura della legalità combattendo la copia illegale del software. Il MIUR stesso, in un suo recente documento, afferma che si devono utilizzare “strumenti liberamente reperibili (- copiabili -) in rete o messi a disposizione gratuitamente dai produttori”. Faccio presente che il software proprietario “non è né gratuito né liberamente reperibile in rete, contrariamete al software libero”. Faccio altresì presente, Signor Presidente, che per la legge italiana se uno studente o un insegnante copia software proprietario, anche solo per eseguire delle esercitazioni didattiche, commette un reato punibile con l’arresto dai sei mesi ai tre anni di carcere!

Il secondo “Punto di forza” omesso è quello relativo al fatto che il software libero (open source) è rispettoso della libertà d’insegnamento. Infatti per l’insegnante delle (o con le) nuove tecnologie “il software” corrisponde al libro di testo. E’ cosa nota che, nella scuola pubblica, la scelta del libro di testo è competenza dei docenti (Collegio dei Docenti) come elemento del più ampio esercizio delle libertà d’insegnamento. Il software libero è rispettoso di questo principio, permettendo all’insegnante di scegliersi il software e il fornitore che più si adatta alle sue esigenze didattiche, senza alcuna imposizione o costrizione da parte del mercato. La stessa cosa non si può dire per il software proprietario monopolistico dove vi è un unico fornitore che decide il software da utilizzare secondo propri interessi, che, seppur legittimi, non sempre coincidono con quelli di una scuola pubblica. Per averne una prova basti considerare che la stessa Microsoft, nel documento in oggetto, si sostituisce arbitrariamente ai docenti, permettendosi di definire essa stessa i criteri di scelta del software – nella fattispecie “la diffusione nelle case”- sottraendo loro l’esercizio di un diritto costituzionale.

Già precedentemente La pregavo di voler tenere in considerazione il predetto emendamento Cortiana nelle decisioni della Commissione da Lei presieduta. Oggi, Signor Presidente, alla luce del “documento Microsoft”, quella preghiera appare ancor più attuale.

Distinti saluti
Antonio Bernardi (docente di informatica presso l’IPC Fabio Besta di Treviso)
http://linuxdidattica.org

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Emendamento Atto Senato 1309

Articolo 1, comma 3, lettera c

Dopo “alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche ” aggiungere “, con particolare attenzione per lo studio dei sistemi operativi e dei software cosiddetti “open source”, ovvero nei quali il codice sorgente è noto e modificabile, ai fini di incoraggiare e sviluppare le doti creative e per trasmettere l’etica della condivisione collettiva e pubblica delle invenzioni intellettuali.”

CORTIANA
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Pubblicato il
24 giu 2002
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