P2P, ai 4mila italiani la proposta di Adiconsum

P2P, ai 4mila italiani la proposta di Adiconsum

Comunicato
Comunicato

Riceviamo e pubblichiamo una nota diffusa dall’associazione dei consumatori Adiconsum in seguito alla notizia pubblicata da Punto Informatico sull’iniziativa a carico di quasi 4mila utenti italiani di piattaforme di file sharing

Roma, 9 Maggio 2007
Ecco il vero volto della legge Urbani e della Ipred: è iniziata la schedatura di massa

Oltre 4000 cittadini ricevono una richiesta di risarcimento per evitare il procedimento penale.
Nel comunicato stampa del 23 Aprile scorso, a proposito della normativa Ipred2, Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum affermava “il cittadino deve avere la certezza che le intromissioni nella sua vita privata siano eseguite solo da forze dell’Ordine e dalla magistratura, le uniche che agiscono per il più alto bene collettivo e non rispondono a meri interessi di parte”.

Oggi, migliaia di consumatori, inconsapevolmente controllati nel loro uso personale di Internet, sono accusati di avere violato la legge senza essere avvisati, sono costretti a difendersi, a proprie spese, dall’accusa di condivisione di file illegale mosse da una società tedesca detentrice di diritti d’autore, devono scegliere se accettare la proposta dello studio legale Mahlknecht & Rottensteiner, che chiede di risolvere “bonariamente” con una transazione di 400 euro e la promessa di non ripetere più l’illecito (pena altri 10.000 euro di penale), per evitare che la Peppermint “provvederà a sporgere denuncia/querela penale e a intraprendere le azioni civili…”.

Ecco lo sconvolgente risultato della pessima legge Urbani unitamente alla direttiva europea IPRED1 che Adiconsum ha sempre contestato.
È inammissibile che un privato, in questo caso una società discografica, possa chiedere ad un provider tutti i dati relativi ai movimenti effettuati con il pc dai parte dei loro clienti senza che questi ne sappiano nulla, peraltro a seguito di una procedura di indagine non certificata da strutture dello Stato. Non esiste privacy e vengono meno i principi primari del diritto. È una vergogna che per colpire l’industria criminale della contraffazione ci rimetta, come al solito il consumatore finale che effettua lo scambio di file senza scopo di lucro.

Adiconsum ha già chiesto l’immediato intervento del Governo, che nel suo programma elettorale aveva previsto l’abolizione della legge Urbani, per tutelare i cittadini colpiti; chiede l’intervento dell’Authority della privacy affinché intervenga nei confronti della società tedesca Peppermint vista la palese violazione della privacy, condotta peraltro da una società, la Logistep AG, con sede a Steinhausen, in Svizzera, nazione non contemplata dalla normativa Ipred. Chiede l’intervento dei giuristi italiani affinché intervengano in difesa del più elementare diritto, cioè quello di essere indagati solo se esiste la presunzione di reato rilevato dalla magistratura.

Tutti i consumatori che hanno ricevuto la raccomandata da parte dello studio legale Mahlknecht & Rottensteiner che intendono opporsi alle richieste possono rivolgersi alle sedi di Adiconsum .

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Pubblicato il 9 mag 2007
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