Paesi Bassi, neutralità di stato

Paesi Bassi, neutralità di stato

Il Parlamento approva all'unanimità i principi sanciti da quella che sarebbe la prima legge europea a tutela della net neutrality. C'è però una falla creata per sbaglio dal partito laburista
Il Parlamento approva all'unanimità i principi sanciti da quella che sarebbe la prima legge europea a tutela della net neutrality. C'è però una falla creata per sbaglio dal partito laburista

Sono scattati gli applausi più istintivi, strappati agli attivisti della Rete dalla recente approvazione parlamentare di quella che sarebbe la prima legge in Europa sulla cosiddetta net neutrality . I membri del Tweede Kamer – questa l’espressione originale per designare il Parlamento dei Paesi Bassi – hanno infatti ratificato all’unanimità i principi sanciti dalla normativa a tutela di un web effettivamente libero.

La palla passerà ora al Senato ( Eerste Kamer ) che potrà trasformare effettivamente in legge le proposte avanzate dai parlamentari olandesi. Si tratterebbe della seconda normativa al mondo a tutela della neutralità della Rete, dopo quella adottata in Cile nello scorso anno. Agli ISP locali verrà di fatto proibita ogni attività discriminatoria a partire dal traffico Internet, almeno non se basata sulle varie tipologie di contenuto .

Ad essere approvate saranno esclusivamente quelle misure estreme volte alla prevenzione per questioni legate a congestione o sicurezza degli utenti . C’è chi ha però sottolineato come l’attuale testo di legge presenti una falla causata per errore dal partito laburista olandese. Pare che la fazione abbia approvato per sbaglio un emendamento presentato dai membri ultra-cristiani.

In altre parole, un singolo utente potrà richiedere al proprio provider il blocco di eventuali contenuti a sfondo ideologico , sulla base di motivazioni del tutto personali. Lo stesso partito laburista ha annunciato una drastica inversione di tendenza al Senato, per cercare di riparare all’errore commesso. Tariffazioni extra per servizi come Skype verranno dunque messe al bando, con buona pace delle grandi telco dei Paesi Bassi.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 23 giu 2011
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