Pechino: troppo il sesso illegale online

Pechino: troppo il sesso illegale online

Interi siti trasformati in case di appuntamenti con tanto di tariffari. L'ultimatum del regime, che evita questa volta il pugno di ferro. In Italia, invece, monta un caso di presunta censura preventiva
Interi siti trasformati in case di appuntamenti con tanto di tariffari. L'ultimatum del regime, che evita questa volta il pugno di ferro. In Italia, invece, monta un caso di presunta censura preventiva

Dodici siti cinesi per il dating online sono stati accusati da un organismo governativo di controllo di essere in realtà una copertura per la vendita di servizi di prostituzione. Anziché chiudere tutto d’autorità come accaduto in passato, questa volta si è preferito ricorrere ad un ultimatum: agli interessati sono stati concessi pochi giorni di tempo per ripulire i propri spazi dagli annunci ritenuti fuorilegge.

Secondo l’associazione Beijing Online News and Information Panel , i siti incriminati sarebbero costituiti per il 95 per cento di annunci di “professioniste” del ramo con tanto di tariffari , descrizione delle prestazioni offerte e informazioni per il contatto diretto. In un caso l’autrice del messaggio si sarebbe definita una ” professionista nella somministrazione di piacere”.

Non solo questi website avrebbero consentito il proliferare di annunci fuorilegge: avrebbero anche avviato iniziative per disseminare in rete annunci ancora più espliciti, resi riconoscibili anche da una apposita icona accanto a ciascuno di essi. Aiutare o incoraggiare la diffusione di questo tipo informazioni è in Cina un atto legalmente perseguibile .

L’organismo responsabile della denuncia è stato messo in piedi lo scorso anno dalla sezione di Pechino del Partito Comunista: vengono tenute regolari riunioni per discutere la posizione di “siti problematici” segnalati dai navigatori. L’ultimatum sembrerebbe aver avuto effetto: già da ieri i siti risulterebbero quasi del tutto svuotati dei contenuti più scabrosi, ben prima del limite fissato per la giornata del 1 Giugno.

Dallo scorso aprile il Governo cinese ha avviato una politica di tolleranza zero verso le attività legate al porno e alla prostituzione online: lo scopo dichiarato è la cancellazione del fenomeno dalla rete, con l’eliminazione di immagini, racconti, audio, video e blog. I numeri ufficiali diffusi fino ad oggi parlano di 224 casi, che avrebbero condotto a 270 arresti di personaggi ritenuti implicati nella diffusione di pornografia online.

La Cina porta dunque avanti una strategia chiara, mentre in Italia non esistono ancora norme precise al riguardo. Mentre il dibattito politico si impegna nella discussione di nuove norme per combattere il fenomeno della prostituzione, in questi giorni sta suscitando un certo tam tam in rete un caso, forse il primo del genere, di un sito che offre valutazioni sui servizi forniti da accompagnatrici .

Quel sito è da giorni difficilmente raggiungibile agli utenti di diversi provider: non si tratterebbe di un problema transitorio, ma di una questione di routing forse dovuta ad un intervento da parte di alcuni provider. Molti i fatti che rimangono oscuri, quello che in rete temono gli esperti è che possa essere in corso verso quel sito ed altri una sorta di “censura” che non derivi pero’ da un procedimento giudiziario. Qualcuno teme che i casi siano più di uno.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
29 mag 2007
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