Più muscoli per il T-Rex di IBM

Più muscoli per il T-Rex di IBM

Big Blue ha raddoppiato la potenza di calcolo del suo più grosso mainframe, lanciando un nuovo monster da 54 processori che fa della sicurezza e della virtualizzazione due punti cardine
Big Blue ha raddoppiato la potenza di calcolo del suo più grosso mainframe, lanciando un nuovo monster da 54 processori che fa della sicurezza e della virtualizzazione due punti cardine


Armonk (USA) – Il nuovo mastodonte dei mainframe di IBM si chiama System z9, e va a sostituirsi al precedente modello zSeries z990 che Big Blue aveva soprannominato, e non a caso, T-Rex.

Il colosso di Armonk afferma che il nuovo bestione di calcolo è frutto di tre anni di lavoro di sviluppo e di un investimento di 1,2 miliardi di dollari che ha coinvolto 5.000 ingegneri, sviluppatori software ed esperti di sicurezza. Il System z9 raddoppia la potenza di calcolo del suo predecessore ed è in grado di supportare, all’incirca nello stesso spazio di un frigorifero, fino a 54 processori.

Il nuovo T-Rex può elaborare fino a un miliardo di transazioni al giorno, gestire cinque diversi sistemi operativi, tra cui Linux e il nuovo z/OS versione 1.7, consentire il trasporto sicuro dei dati tra decine di piattaforme di calcolo, e virtualizzare migliaia di applicazioni contemporaneamente, incluse quelle Java-based.

Oltre che sulla potenza di calcolo, IBM si è focalizzata sulla sicurezza. Il gigante afferma infatti che System z9 faciliterà la gestione della sicurezza e delle risorse di sistema in tutta la rete IT aziendale e fornirà un punto di controllo centrale.

“System z9 offre virtualizzazione e capacità collaborative a un livello che non ha precedenti nell’industria informatica. Un unico System z9 è studiato per ottimizzare hardware, networking e software, in modo tale che le aziende possano gestire e proteggere carichi di lavoro equivalenti a migliaia di server distribuiti, in una frazione dello spazio e a un costo contenuto”, ha affermato Bill Zeitler, senior vice president e group executive di IBM Systems and Technology.

Il mainframe consente di creare migliaia di server virtuali su un unico sistema con fino a 60 partizioni logiche hardware, il doppio rispetto alle LPAR come z990. Combinato alle nuove versioni dei software Virtualization Engine e Director di IBM, System z9 può agire come hub del data center, gestendo blade, UNIX, x86 e altri server in un’unica interfaccia.

IBM farà in modo che la sua principale soluzione di virtualizzazione storage, TotalStorage SAN Volume Controller, possa presto essere connessa con Linux su ambienti zSeries.

“Questa capacità – ha spiegato IBM – offrirà ai clienti zSeries l’opportunità di utilizzare lo storage tradizionalmente collegato agli ambienti aperti, attraverso configurazioni gestite da IBM TotalStorage SAN Volume Controller, inclusa la possibilità di sfruttare l’ambiente di storage a più livelli creato da IBM TotalStorage SAN Volume Controller”.

Il cuore dello z9 è costituito da un modulo multichip (MCM) di IBM della dimensione di 95 x 95 x 8,5 mm, che sta nel palmo di una mano: questo contiene 16 chip montati su 102 strati di vetroceramica, collegati a oltre 5.184 pin I/O attraverso 540 metri di filo. Sebbene simile come aspetto all’MCM dello z990, il nuovo MCM consente a z9 di fornire circa il doppio di capacità di sistema totale, a parità di dimensioni fisiche. Il modulo si avvale della tecnologia al rame a 90 nm e Silicon-on-Insulator (SOI) e contiene oltre 3,5 miliardi di transistor.

Il System z9 è disponibile in cinque modelli con configurazioni da 1 a 54 processori: si prevede che i primi quattro modelli, con un numero di processori da 1 a 38, saranno disponibili a partire dal prossimo settembre, mentre per il modello ad alta capacità S54 l’uscita è prevista per novembre. I prezzi partiranno da 1 milione di dollari.

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Pubblicato il 28 lug 2005
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