Pokemon Go, è pandemia

Pokemon Go, è pandemia

La febbre del gioco ha invaso tutto il pianeta. Con pochissime eccezioni. E non cessano di arrivare le notizie più strane legate al gioco basato sui personaggi Nintendo
La febbre del gioco ha invaso tutto il pianeta. Con pochissime eccezioni. E non cessano di arrivare le notizie più strane legate al gioco basato sui personaggi Nintendo

Può un semplice giochino da cellulare stravolgere la vita di tutte le grandi città del pianeta? Pokemon Go dimostra di sì: hanno fatto il giro del mondo le immagini di frotte di appassionati del nuovo passatempo globale che rincorrevano un pokemon leggendario a Central Park, ma le notizie singolari si rincorrono da tutto il mondo. I più felici di tutto questo, c’è da scommetterci, sono i dirigenti di Nintendo : era da tanto che l’azienda nipponica non godeva di tanta attenzione mediatica, e gli effetti positivi per gli affari non hanno tardato ad arrivare.

In pochi giorni le azioni Nintendo hanno scalato l’indice azionario, e ora le fortune dell’azienda creatrice della Wii sono indissolubilmente legate a quelle dei Pokemon: la capitalizzazione in Borsa è raddoppiata , e paradossalmente ha superato quella di Sony che ha senz’altro un catalogo e un fatturato decisamente superiore a quello di chi produce essenzialmente una console casalinga, una portatile e una manciata di giochi. Una fortuna insperata che aiuterà Nintendo a cavarsi dalla secca nella quale le scarse vendite della Wii U l’hanno relegata.

Le cose non vanno male neppure a Niantic, autrice del gioco: i numeri di Pokemon Go sono eccellenti , generano un guadagno superiore a quello di qualsiasi altra app in circolazione, doppiando spesso quelli della media. Solo negli USA, inoltre, ci sarebbero 26 milioni di giocatori: sommati a quelli che hanno scaricato e giocato con Pokemon Go nel resto del mondo c’è di che essere soddisfatti. Inoltre, l ritmo di installazione viaggia su una media di 5 milioni di nuovi utenti al giorno: valori da primato, che difficilmente saranno battuti a breve.

Fin qui comunque i vantaggi economici per Nintendo e Niantic. Ma ci sono anche molte storie incredibili da raccontare per spiegare quanto sta accadendo in giro per il mondo: abbiamo già narrato del ragazzo neozelandese che si è licenziato per giocare a Pokemon Go, e ora possiamo anche riportare di un cittadino francese arrestato a Jakarta per aver sconfinato in una base militare in cerca di nuove conquiste per il suo pokedex, o due studenti padovani multati per aver violato il codice della strada mentre erano a caccia all’alba.

Ci sono poi avvenimenti che hanno coinvolto più o meno seriamente persino la polizia: nel Regno Unito qualcuno ha composto il numero di emergenza (il 999 Oltremanica) per denunciare un furto di Pokemon, ma è stata la stessa Polizia di Manchester a provare a tendere un tranello ai ricercati di zona attirandoli alla stazione più vicina con la promessa di fargli trovare un rarissimo Charizard da acchiappare. Non si sa, per ora, se lo stratagemma sia stato efficace.

Infine, vale la pena segnalare che manca un paese l’appello della pandemia mondiale Pokemon Go: il Giappone, patria d’origine del gioco, non ha ancora avuto il piacere di vedere il debutto ufficiale della app. Sarebbe dovuto avvenire in queste ore , ma a causa di una fuga di notizie su una importante sponsorizzazione per alcune parti del gioco (le “palestre”, punti cruciali per far evolvere i proprio pokemon) è stato deciso per un rinvio. Da solo, c’è da scommettersi, il mercato nipponico fornirà gran nutrimento al fenomeno di massa.

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
21 lug 2016
Link copiato negli appunti