Profste.com/Internet è in crisi?

Profste.com/Internet è in crisi?

Il mercato sta buttando fuori i player più spericolati e solidi problemi rimangono centrali, dalla privacy allo spamming per arrivare alla diffidenza verso le carte di credito. Dietro l'angolo, però, nuove speranze
Il mercato sta buttando fuori i player più spericolati e solidi problemi rimangono centrali, dalla privacy allo spamming per arrivare alla diffidenza verso le carte di credito. Dietro l'angolo, però, nuove speranze


Web – Mi sono già soffermato più volte sui problemi legati alla diffusione di Internet nel nostro paese, alle contraddizioni e tipicità che si porta dietro, alla caduta dei falsi miti relativi al diventare ricchi in poco tempo col web, come è accaduto negli USA.

Come la borsa ha creato miliardari nel giro di una notte o poco più, può anche portare al fallimento di molti start-up con la stessa facilità. Vediamo di riassumere i problemi più evidenti legati soprattutto al diffondersi dell’ e-commerce.

Non è facile come sembrava: se guardiamo agli Stati Uniti, tra le 400 imprese Internet quotate in borsa, che si occupano di B2C, solo 15, al massimo 20, mostreranno un profitto in tre anni. Questo è quanto emerge da un’analisi firmata Merrill Lynch.

Moltissime imprese hanno chiuso i battenti, dopo investimenti miliardari, che si sono risolti solo in perdite di pari entità. Oltre al più volte citato boo c’è da aggiungere la recente debacle di online store come foofoo che vendeva, o meglio tentava di vendere, beni di lusso ad una clientela pregiata e selezionata.

Numerose altre imprese sono destinate ad avere problemi di cash-flow entro 12 mesi portando conseguentemente a fallimenti o acquisizioni, laddove queste imprese non riescano a trovare nuove provvidenziali iniezioni di fondi. Cosa peraltro molto probabile, data l’improvvisa cautela di quegli stessi Venture Capitalist che sino a qualche mese fa erano pronti a investire miliardi in qualunque cosa fosse targata .com.

Oggi le aziende Internet devono dimostrare la capacità di fare profitti, in tempi relativamente brevi. In passato questa caratteristica veniva quasi considerata superflua.

Altro problema del web è il terrore della privacy violata. E ‘ questo un freno molto forte al diffondersi dell’e-commerce specie se unito alla diffidenza verso mezzi di pagamento come la carta di credito.

C’è da dire che qui in Italia e in Europa i nostri dati personali sono protetti da leggi più rigorose che negli USA. Tuttavia il pericolo è tale da aver portato il garante della privacy ad una ricognizione delle politiche adottate dai siti nostrani sul rispetto alla privacy dei loro iscritti e visitatori.

Subito dopo viene il problema, sarebbe meglio dire l’ondata, crescente e inarrestabile dello Spam .

Le nostre caselle email sono bersagliate quotidianamente e in maniera crescente da messaggi spazzatura. Le catene di Sant’Antonio sono diventate quasi uno sport nazionale. Gli utenti dei NewsGroup sono costretti a cercare i messaggi che loro interessano tra decine di proposte di “fare i soldi con Internet” e simili. Anche qui le regole della Netiquette e ancor più il lavoro dei provider per arginare il fenomeno non bastano. Teniamo presente poi che la maggior parte dei nostri connazionali non è ancora online. A breve trovare i messaggi che ci interessano realmente nelle nostre caselle email diventerà un’impresa che rischia di rendere l’esperienza online un incubo.

Questo, unito ad altri problemi ha portato molti utenti della rete a fuggire per non tornare più. In Italia non sono ancora disponibili dati in proposito, ma negli USA uno studio della Cyber Dialogue ha mostrato come almeno 28 milioni di persone che si collegavano alla rete, oggi non vi accedono più. Insomma il mercato degli utenti Internet non sarà destinato solo a espansioni e crescite, dato che saranno probabili anche contrazioni e cadute di interesse.

Tutto ciò offre elementi di riflessione. La via alla soluzione dei problemi può arrivare dai segnali positivi che pure numerosi ci giungono.

E ‘ prevista una crescita costante delle vendite online, accompagnata da una crescita della vendita dei pc insieme agli abbonamenti agli Internet provider nelle varie forme di freenet, flat-rate e connessioni super veloci tipo ADSL. Il tutto a costi via via decrescenti.

La crescita costante delle connessioni al web via wap porterà altra linfa vitale ai canali dell’e-commerce.

Insomma le recenti crisi dell’ecommerce porteranno ad una revisione di molti piani, progetti e start-up. Tutto ciò porterà di certo ad imprese Internet più forti e di sicuro più realiste. Si tornerà alla realtà della necessità di business plan realistici con meno perdite e maggiori prospettive di profitto.

Meno rosee le prospettive per il problema dello spam, che sarà una piaga sempre più presente e sempre meno controllabile, specie in assenza di norme regolatrici, che potrebbero comunque non essere così salutari.

Gli elementi di riflessione anche stavolta ci sono tutti, a voi trarne le conclusioni.

Stefano Bargiacchi
Profste.com

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
4 lug 2000
Link copiato negli appunti