Rapetto: i crackers chiedono il pizzo

Rapetto: i crackers chiedono il pizzo

Il comandante dei cybercops della Guardia di Finanza annuncia l'emergere di un nuovo fenomeno, quello dei cracker che entrano nei server e bloccano tutto fino a quando il proprietario non consegna un pizzo. Siamo al cyber-racket?
Il comandante dei cybercops della Guardia di Finanza annuncia l'emergere di un nuovo fenomeno, quello dei cracker che entrano nei server e bloccano tutto fino a quando il proprietario non consegna un pizzo. Siamo al cyber-racket?


Roma – Sorpresa: questa la reazione nelle scorse ore alla notizia che sulla Rete si va diffondendo il “cyber-pizzo”. Lo ha annunciato Umberto Rapetto, capo dei cybercops della Guardia di Finanza (GAT – Gruppo anticriminalità tecnologica), secondo cui “è un fatto del tutto nuovo che si verifica da una ventina di giorni”.

In pratica, ha spiegato Rapetto, vi sarebbero crackers che entrano nei sistemi che supportano siti legati ad attività economiche e li tengono “down”, cioè non funzionanti, fino a quando l’impresa non paga un “riscatto”.

“Gli italiani – ha spiegato Rapetto riferendosi ai crackers nostrani – non lo fanno ancora perché sono più goliardici, attaccano la Rete per divertirsi e non hanno l’estorsione tra i propri obiettivi”. “Il fenomeno – ha precisato Rapetto – ha interessato anche aziende italiane, ma per ora è una novità non paragonabile al normale “pizzo” come volume. Ma nel solo periodo da aprile 2000 ad oggi, in Italia, sono stati registrati 113 attacchi seri a siti.it e una decina circa a siti italiani.com”.

Quanto sta emergendo, secondo Rapetto, presenta anche delle forti analogie con quanto avviene con il racket nel mondo fisico. In entrambi i casi, infatti, “chi tira fuori soldi non parla”… Da qui anche le difficoltà nello stabilire l’effettiva consistenza del fenomeno. Altre similitudini sarebbero nel fatto che gli estorsori si presenterebbero spesso come società in grado di garantire che ai server non succederà alcunché se “il cliente” accetta “il contratto”…

Altri problemi evidenziati da Rapetto sono quelli causati da crackers che entrano in siti istituzionali alterandone il contenuto: “Pensate cosa succederebbe modificando le informazioni sulla Mucca Pazza nel sito del Ministero della Sanità”.

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Pubblicato il 21 feb 2001
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