Sciocchezze registrate per guadagnarsi uno status

Sciocchezze registrate per guadagnarsi uno status

I video che spopolano in rete con molestie sessuali, vandalismo e combattimenti di strada sono amene demenzialità, che danno però ai genitori e ai politici la scusa per tornare a parlare di bullismo. Occhi aperti
I video che spopolano in rete con molestie sessuali, vandalismo e combattimenti di strada sono amene demenzialità, che danno però ai genitori e ai politici la scusa per tornare a parlare di bullismo. Occhi aperti

I ragazzi hanno sempre fatto sciocchezze. Le motivazioni che spingono all’aggressività audace e spudorata e ai comportamenti più pazzi e incomprensibili degli adolescenti risiedono nel desiderio di attirare l’attenzione, di far rimbalzare il proprio nome sulla bocca di tutti, per guadagnarsi una posizione nel gruppo di pari. Questa l’opinione di Andrew Adesman, pediatra specializzato nello sviluppo e nel comportamento dei bambini, intervistato dal New York Times .

Ma ora il gruppo di pari si è esteso su scala mondiale: piattaforme di pubblicazione come YouTube e i suoi emuli, e i media che ne riprendono le immagini, fanno da cassa di risonanza. Ed ecco che le dinamiche sottese ad umiliazioni, cameratismo e demenzialità registrati e postati emergono chiaramente. Le gesta dei ragazzi, in una scalata all’eccessività, non verranno semplicemente tramandate fra sparute generazioni di studenti che si avvicendano in un istituto, ma potrebbero sfidare la fatuità del pettegolezzo, diffondendosi in maniera virale in Rete.

Una teoria, quella del pediatra, confermata dai giovani stessi: “I ragazzi aggrediscono altri ragazzi e riprendono la lotta, così che altri possano vedere e farsi una risata. Oppure postano cose stupide, in modo che altri ragazzi possano precipitarsi a vederle sulla loro pagina Web”. Risate e trasgressione, demenziali amenità e autopromozione, così interpreta il fenomeno il diciassettenne autore di video discutibili, le cui dichiarazioni sono state raccolte dal New York Times .

Cosa c’è di meglio per affermare la propria personalità se non spudoratezza e audacia ostentata nei confronti dell’autorità? È stato girato a Lecce lo scorso anno, ma solo in questi giorni sta scandalizzando media e italiani. È il filmato , postato e rimosso da YouTube, ripreso da Libero Video, che mostra una giovane professoressa insidiata da adolescenti troppo spavaldi, appostati dietro alla cattedra, armati di telefonino. Intervistata da Repubblica, la professoressa si dimostra poco comprensiva riguardo alla naturale inclinazione dei giovani, quando straborda nelle molestie.

E cosa c’è di meglio per attirare l’attenzione se non botte, schianti, oltraggi umilianti e triviali sbeffeggiamenti? Non è una febbre della violenza quella che si è instillata nelle menti dei ragazzi, inducendoli a comportarsi come Guerrieri della Notte. Secondo gli psicologi che riempiono i giornali in questi giorni, è il semplice, adolescenziale, desiderio di marcare i tratti della propria identità ancora in fieri , il bisogno di affermare la propria presenza e di negoziare con gli altri il proprio status . Per questo motivo spopolano i video di virili competizioni e di tiraggi di capelli fra gli strilli di ragazzine inviperite. Questi i contenuti di cui si nutre, ad esempio, Pure Street Fights , un raccoglitore di “video di nicchia”, specializzato in zuffe degne di Ryu e Sagat , con qualche effetto speciale in meno.

A sghignazzare è solo il pubblico, stretto in cerchio attorno ai contendenti. Si fregano le mani i media, orgogliosi di poter offrire qualcosa con cui alimentare il chiacchiericcio di genitori comprensibilmente apprensivi ma esageratamente “tecnofobici”, che accusano Internet di essere il-male-che-rovina-i-nostri-ragazzi . Genitori che offrono ai politici un’occasione per dimostrare il loro interesse e la disponibilità a risolvere il “problema”, con tante parole e promesse di soluzioni radicali. Il meccanismo virale funziona alla perfezione anche in questo caso.

L’ultima tendenza all’ autodistruzione ridanciana , che ricorda da vicino le imprese degli stuntman di Jackass , è il fence plowing , letteralmente, l’aratura delle staccionate. Portato alla ribalta dei media tradizionali, assurto all’attenzione delle generazioni di non-YouTubers con l’arresto di una frotta di ragazzini denunciati per vandalismo, il fence plowing prevede rincorsa, occhi sbarrati, capo chino e sapiente posizione da “pogo”. E via, ad infrangere staccionate, schegge di legno che schizzano ovunque.
Quello del fence plowing è un gioco che si snoda lungo il filo rosso dell’ambizione alla celebrità. L’iniziatore dell’abbattimento delle staccionate si rivela essere un venticinquenne, il primo a postare su YouTube il video raffigurante un taurino parente, che infrange una staccionata destinata alla demolizione. Incitazione al vandalismo? Nulla di tutto ciò: Adam Schleichkorn è un regista di film e pubblicità. Intervistato da Fox News riguardo alla tendenza lanciata, c’è chi scommette che la sua popolarità non si limiterà alle settantamila visite del suo video su YouTube.

A puntare invece sulla demenzialità inoffensiva sono due adolescenti californiani, chioma fluente, disinvoltura e una buona dose di autoironia. Si chiamano Smosh : fan club che spuntano in ogni parte del mondo, i loro combattimenti si limitano alle parodie di videogiochi d’epoca e di infantili serie televisive . E le loro ambizioni si spingono oltre il naturale desiderio di scolpire la propria personalità: vendono magliettine ed accessori sul loro sito, che vanta migliaia di utenti registrati.

Ma il rappresentante di WiredSafety , un’organizzazione che offre ai genitori informazioni e consigli riguardo al cyberbullismo , lancia una raccomandazione ai ragazzi che ambiscono ai famigerati quindici minuti di celebrità: “Quel che fate rimarrà per sempre. Un giorno i selezionatori dei college o delle aziende per cui vorrete lavorare potrebbero controllare quel che si narra di voi online”. Ecco, forse e finalmente, un’informazione che varrebbe la pena diffondere.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
14 feb 2007
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