Scomunica sulle proposte di Ordini informatici

Scomunica sulle proposte di Ordini informatici

Arriva da IWA Italia, associazione dei webmaster, un documento che analizza e critica le due proposte parlamentari sulla regolamentazione della professione informatica
Arriva da IWA Italia, associazione dei webmaster, un documento che analizza e critica le due proposte parlamentari sulla regolamentazione della professione informatica


Roma – Molte le critiche che hanno accolto fino a questo momento le proposte, come quella del senatore Basile (Forza Italia) , per regolamentare in Italia le professioni informatiche. Dell’argomento si è parlato a lungo anche nel gruppo it.lavoro.professioni.webmaster e tra le critiche più ragionate c’è anche quella della divisione italiana di IWA, International Webmaster Association. Secondo IWA è necessario rivedere tanto il disegno di legge 1305, quello presentato appunto da Basile, quanto la proposta di legge 2488 presentata dall’onorevole Mantini (Margherita).

In un documento inviato ieri al Parlamento da IWA Italia viene analizzato il contesto internazionale, quello europeo e quello italiano in particolare, un contesto che secondo l’associazione non viene preso in adeguata considerazione dalle due citate proposte normative.

“Il presente documento – ha scritto Roberto Scano, di IWA Italia – è formato da sei punti nei quali effettuiamo una analisi dettagliata delle anomalie riscontrate in entrambi i progetti di legge che potrebbero causare un isolamento economico e professionale dell’Italia dal resto dell’Unione Europea e del mercato mondiale, ricordando che le professioni del web (“Web Profession”) così come in generale le professioni del settore IT sono caratterizzate dalla non-localizzazione del mercato lavorativo”.

“In Italia – si legge nel documento – attualmente non esistono normative riguardanti l’inquadramento e/o il riconoscimento delle professionalità per il settore IT: esistono di contro degli studi con definizione di figure/skill professionali effettuate da associazioni a carattere nazionale (es. Federcomin) nei quali si possono individuare degli skill prettamente legati al mercato delle medie-grandi aziende valutando ben poco le nuove professionalità nascenti nel settore della piccola impresa e che quindi non considerano l’attività lavorativa nel settore IT “anche” come attività di consulenti/ditte individuali”.

“Esiste inoltre – continua il documento – un recente rapporto del CNEL dal quale risulta che in Italia gli addetti al settore IT sono circa 2,7 milioni di lavoratori con notevole influenza sul prodotto interno lordo derivante in generale dai servizi professionali che è pari all’11 per cento del totale”.

Il documento di IWA è disponibile qui in formato.pdf.

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Pubblicato il 12 lug 2002
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