Second Life? Il mondo virtuale è open source

Second Life? Il mondo virtuale è open source

Il MMORPG più chiacchierato attira l'attenzione con il rilascio in GPL del codice sorgente. In vista Second Life Grid, ecosistema di host interconnessi per rendere l'esperienza ancora più partecipativa
Il MMORPG più chiacchierato attira l'attenzione con il rilascio in GPL del codice sorgente. In vista Second Life Grid, ecosistema di host interconnessi per rendere l'esperienza ancora più partecipativa

Grosse novità all’orizzonte per Second Life, il mondo virtuale più chiacchierato del momento . Le ultime notizie che provengono da Linden Lab parlano infatti del rilascio del codice sorgente di Second Life Viewer , il client attraverso cui i residenti hanno accesso al metamondo ospitato sui server della società, sotto licenza GNU GPL: chiunque, da ora in poi, potrà visionare e modificare il codice alla base del software , sempre nel rispetto dei termini della GPL.

Secondo alcuni questo è solo l’inizio della trasformazione della simulazione, da prodotto di una singola software house a esperienza virtuale distribuita , accessibile da un numero ancora maggiore di piattaforme e con la possibilità, finalmente concreta, che le transazioni virtuali in linden dollar acquistino un valore anche al di fuori del piccolo orticello dei server centralizzati gestiti dalla società produttrice.

Quello che distingue Second Life dalla maggioranza dei videogame in multiplayer, infatti, è il diritto, garantito dalla licenza di utilizzo del software di interfacciamento (il Viewer, appunto), di “possedere” gli oggetti virtuali costruiti o ottenuti in qualche modo (magari attraverso una compravendita). Queste creazioni, che possono essere un quadro espressionista, un brano musicale su flauto o una palazzina prospiciente la spiaggia, vengono insomma marchiati con il copyright degli aventi diritto , senza alcun intervento o partecipazione da parte di Linden.

Il problema di questo approccio è sempre stata la stretta dipendenza del metamondo, Second Life, dalla software house che ne ha tracciato l’infrastruttura con il codice di programma alla sua base, Linden Lab: se in Second Life gli oggetti hanno un valore per gli utenti, è pur vero che, nonostante il successo, le polemiche e le querelle legali sulla vera consistenza del concetto di “proprietà virtuale” rispetto a quella reale, l’essere legati ad una singola azienda impoverisce le prospettive cosmogoniche che animano gli intenti dei creatori-fruitori del Secondo Mondo.

Ed è in questa prospettiva che l’annuncio del rilascio codice sorgente del Second Life Viewer apre possibilità fino ad ora solo ipotizzate da chi ha a cuore lo sviluppo e la proliferazione degli accessi al metamondo. Linden, invitando nuovi player a partecipare alla costruzione dell’universo di Second Life, estende la possibilità che le virtua-cose dei residenti acquistino ulteriormente valore . Il prossimo obiettivo perché il metamondo dilaghi, come suggerisce il blog di Ethan Zuckerman , è “liberalizzare” lo sviluppo distribuito anche del lato server della simulazione.

Possedere oggetti visualizzabili su un server chiuso e gestito da una singola società rende in tal senso il loro valore virtuale inferiore, ma Linden Lab sembra stia pensando anche a questo aspetto della faccenda, essendo al lavoro su Second Life Grid .

“Molto del lavoro di sviluppo di Second Life è attualmente incentrato sulla realizzazione di Second Life Grid, una visione di una griglia globale interconnessa con client e server sviluppati e gestiti da gruppi differenti” si legge su BoingBoing , e l’estratto dà il senso della rivoluzione in corso nella Seconda Vita: una volta che il progetto sarà ultimato, e sia client che server potranno essere gestiti da società terze rispetto a Linden Lab, gli utenti-consumatori diverranno cittadini a pieno titolo del metamondo : potranno, se lo vorranno, non solo acquistare oggetti, ma anche cambiare in profondità il loro universo virtuale.

E sebbene siano forti i dubbi su quanti utenti partecipino attivamente alla simulazione, è pur vero che il coinvolgimento nelle comunità virtuali è uno dei tratti caratteristici del nuovo modo di utilizzare il network digitale da parte dei netizen. È molto probabile quindi che le mosse di Linden Lab contribuiranno alla crescita del metamondo e ad una partecipazioni più attiva da parte dei residenti.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 10 gen 2007
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