Si laurea in Ingegneria informatica dal carcere

Si laurea in Ingegneria informatica dal carcere

La vicenda del carcerato di origine nigeriane è raccontata dal Garante regionale dei diritti dei detenuti del Lazio: una laurea conquistata con lode
La vicenda del carcerato di origine nigeriane è raccontata dal Garante regionale dei diritti dei detenuti del Lazio: una laurea conquistata con lode

È un racconto toccante quello che Angiolo Marroni, Garante regionale dei diritti dei detenuti nel Lazio, ha affidato ieri ai media, è la storia di un uomo di 39 anni, di origine nigeriana, da 13 anni dietro le sbarre nella divisione di massima sicurezza del carcere di Rebibbia. Un uomo che ora si è laureato in ingegneria informatica online.

Il suo nome è Uchenna Benneth Emenike e ha conquistato la lode anche grazie ad una tesi dal titolo emblematico, che già suggerisce il futuro del suo lavoro a contatto con le istituzioni carcerarie, le università telematiche e Internet, ovvero Realizzazione di strumenti web per il supporto alla Cooperazione .

Emenike secondo Marroni ha dato prova di una volontà di riscatto importante, un esempio per tutti i detenuti. Laureato in Chimica a Port Harcourt in Nigeria nel 1990, Emenike era giunto in Italia nel 1992, ed arrestato due anni più tardi perché coinvolto in un fatto di droga, sufficientemente grave da portarlo in galera per molti anni.

Ed è proprio in carcere che si è diplomato in Informatica e si è iscritto a un corso di laurea via Internet in Ingegneria. Membro della compagnia Liberi Artisti Associati , attori detenuti, Emenike ha anche scritto un romanzo autobiografico, I sogni infranti , e ora con la sua laurea e la sua tesi spera di dare un contributo alla diffusione della cultura africana nel mondo, unendo le forze con altre persone originarie del suo paese o di quelli limitrofi, per dar vita ad un ambiente digitale di conservazione di tracce culturali che rischiano altrimenti di estinguersi.

“Benneth – ha dichiarato ieri Marroni – è da sempre un nostro amico, ed è un esempio per tutti coloro che sono in carcere. Un luogo di detenzione non è un pozzo senza fondo come purtroppo troppo spesso accade. Questo ragazzo ci sta dimostrando in queste ore che con forza di volontà e spirito di iniziativa il carcere è anche un luogo dove potersi riscattare e ricominciare una vita nuova”.

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Pubblicato il 7 giu 2007
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