SIAE, la nuova Alitalia?

SIAE, la nuova Alitalia?

Durissimo attacco da parte di autori ed editori: la collecting society sarebbe diretta chi poco o nulla ha a che fare con loro. Ci sarebbe un debito pari a 800 milioni di euro maturato nei loro confronti
Durissimo attacco da parte di autori ed editori: la collecting society sarebbe diretta chi poco o nulla ha a che fare con loro. Ci sarebbe un debito pari a 800 milioni di euro maturato nei loro confronti

C’è chi ha sottolineato come il destino della Società degli Autori ed Editori (SIAE) corra verso una preoccupante somiglianza con quello di Alitalia. Almeno stando ad una recente lettera aperta firmata dai consigli direttivi di FEM (Federazione Editori Musicali), ANEM (Associazione Nazionale Editori Musicali) e FA (Federazione Autori). Un attacco tra i più duri, a far luce in maniera impietosa su “problemi irrisolti”.

“La realtà è che affrontiamo il nuovo anno in una situazione molto critica – si può leggere all’inizio della missiva – Chi negli ultimi anni ha gestito la SIAE, grazie ad una solida maggioranza sia in Assemblea che in Cda, ha inesorabilmente smantellato la Società sia in termini economici che in termini etici”. A “mille promesse di mediazione e di apertura di negoziati” non sarebbe mai seguita alcuna proposta concreta.

La SIAE sarebbe dunque diventata “la più costosa tra le società di collecting europee”, con un aggio superiore rispetto a tutti i suoi diretti competitor . La Società avrebbe un debito verso gli associati (autori ed editori) “che raggiunge cifre da manovra finanziaria, circa 800 milioni di euro, una cifra enorme se comparata con il debito che hanno le altre società europee”. “La SIAE è una Società in perdita – si continua a leggere – che, in mancanza di reali interventi di modernizzazione, rischia uno scenario Alitalia”.

L’editoria musicale in Italia avrebbe già investito “almeno il 20 per cento del proprio fatturato lordo in tutte le aree della musica (cinema e teatro inclusi) a vantaggio della ricerca e del supporto e il sostentamento di nuovi autori, nuovi artisti e nuovi repertori italiani”. La lettera ha dunque ricordato che “le case editrici contribuiscono con il 2 per cento del proprio fatturato lordo al Fondo di Solidarietà SIAE destinato agli autori italiani”.

“Purtroppo i recenti comunicati, intrisi di retorica contro gli editori e di alzate di scudi rispetto a qualsiasi ipotesi di cambiamento, dimostrano ancora una volta che c’è chi non è interessato ad avere una SIAE più efficiente, lontana dai clientelismi e dalle anomalie stataliste, ma che invece, a qualunque costo, pretenderebbe di mantenere lo status quo ed esercitare il controllo sulla SIAE a scapito della maggior parte degli autori e degli editori professionisti”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
19 gen 2011
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