Supercomputer, i monster dei monster

Supercomputer, i monster dei monster

L'aggiornamento della classifica Top500 dei supercomputer più potenti al mondo vede ancora il dominio di IBM e degli USA, ma nella top 10 entrano anche Germania, Svezia e India. Dettagli e curiosità
L'aggiornamento della classifica Top500 dei supercomputer più potenti al mondo vede ancora il dominio di IBM e degli USA, ma nella top 10 entrano anche Germania, Svezia e India. Dettagli e curiosità

Mannheim (Germania) – Ieri Top500.org ha pubblicato l’ultima edizione semestrale, la trentesima , della sua famosa classifica dei supercomputer più potenti al mondo. Classifica che vede ancora il dominio incontrastato di IBM , riuscita anche questo mese a controllare le due posizioni di testa, dove si trovano due sistemi Blue Gene.

Il Blue Gene/L dei record , che guida la Top500 da ormai da quattro edizioni, è quello installato presso il Lawrence Livermore National Laboratory del Dipartimento dell’Energia americano: costituito da oltre 212mila processori, la sua massima performance è di circa 478 teraFLOPS (un TFLOPS è pari a un migliaio di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo).

Il computer numero due al mondo – e il più veloce in Europa – è la nuova installazione del Blue Gene/P, “fratello” di Blue Gene/L, sito presso il consorzio di ricerca Julich in Germania, che raggiunge i 167 TFLOPS.

Sebbene le prime due posizioni di testa siano rimaste inalterate, nelle posizioni appena più sotto si sono registrati diversi avvicendamenti e new entry, tanto che ora nella top 10 sono rappresentati tre continenti diversi : America, Europa e Asia. Se il terzo posto è occupato da un altro sistema installato in USA, un mostro di SGI da 127 TFLOPS, la quarta posizione vede un cluster di HP da 118 TFLOPS utilizzato da un istituto di ricerca indiano.

Questa è la prima volta che un supercomputer operativo in India fa il suo ingresso nella top 10 : un’ulteriore dimostrazione dell’incontenibile crescita tecnologica di questa nazione.

Al quinto posto si trova ancora un sistema di HP, praticamente identico a quello installato in India ma leggermente meno potente (103 TFLOPS), che viene utilizzato dal Governo svedese.

Dalla sesta alla dodicesima posizione si trovano sistemi operanti in USA prodotti rispettivamente da Cray (sesto e settimo), IBM, ancora Cray e di nuovo IBM (dal decimo al dodicesimo). Fino alla ventesima posizione si trovano altri supercomputer utilizzati in Europa, ed in particolare in Spagna, Germania, Regno Unito e Francia.

Il primo sistema giapponese (giapponese di produzione e di adozione) si trova in sedicesima posizione, mentre il primo sistema italiano (in questo caso italiano solo di adozione) è rappresentato da un BladeCenter di IBM installato presso CINECA e classificatosi 48esimo (20 TFLOPS).

Proprio IBM fa sapere che negli ultimi cinque mesi l’Italia ha quasi raddoppiato la potenza dei suoi supercomputer , e un ruolo decisivo è stato svolto dal potenziato supercomputer IBM del Consorzio Interuniversitario. Complessivamente l’Italia è presente in classifica con sei supercomputer , dei quali i primi cinque sono sistemi IBM, per una potenza di elaborazione totale di 69,1 TFLOPS: nella precedente edizione , pubblicata lo scorso giugno, i TFLOPS “tricolori” erano 36,6.

“CINECA mette a disposizione del mondo della ricerca nazionale un sistema di supercalcolo ben 5 volte più potente rispetto al precedente, con una memoria 10 volte più grande. Questo vuol dire poter condurre simulazioni sempre più complesse nelle discipline scientifiche che maggiormente necessitano di grandissime potenze di calcolo come astrofisica, fisica della materia, chimica, geofisica, geologia, meteo e climatologia”, ha commentato IBM Italia. “Il sistema di supercalcolo viene messo a disposizione anche dei giovani ricercatori che accedono a percorsi di alta formazione e che in tal modo possono affrontare sfide scientifiche di frontiera e competere a livello internazionale”.

Globalmente i sistemi IBM dominano la classifica TOP 500 con un totale di 232 macchine. La grande maggioranza dei sistemi più veloci di IBM – 183 – è costituita da configurazioni in cluster, realizzati con microprocessori di uso comune. Altro dato interessante è dato dal numero di supercomputer basati su processori Intel , passati dalle 289 unità (57,8% sul totale) di giugno alle 354 unità (64,4%) attuali. In calo invece la quota di AMD , che ha visto ridursi il proprio parco macchine dai 105 sistemi di giugno (21%) ai 78 attuali (15,6%). Nel complesso, tuttavia, i supercomputer basati su processori x86 continuano a dominare la classifica distanziando ogni altra microarchitettura di calcolo.

Altri dati interessanti si trovano sintetizzati qui .

IBM ha affermato che la sua prossima tappa è ora rappresentata dal petaFLOPS , pari a mille TFLOPS.

“Questa classe di computer promette rivoluzioni esponenziali nella scienza e nell’ingegneria, fornendo simulazioni predittive e altamente dettagliate”, ha detto Big Blue. “Le simulazioni sismiche, ad esempio, potrebbero mostrare i movimenti edificio per edificio di intere regioni lungo la faglia di Sant’Andrea, migliorando la futura progettazione di strutture antisismiche”.

IBM sostiene che la sua piattaforma Blue Gene/P , presentata lo scorso giugno, è stata progettata appositamente per funzionare a livello di PFLOPS e oltre. Si rivolgerà inizialmente al mercato scientifico e della ricerca, ma la sua memoria e i nodi SMP potenziati lo rendono adatto ad una più vasta gamma di applicazioni. Il prossimo anno, inoltre, i supercomputer basati sull’ultima generazione IBM di processori Power inizieranno ad essere disponibili nel mercato per attività commerciali e tecniche, quali previsioni meteorologiche, modellazione climatica, esplorazione dell’energia e ingegneria automobilistica e aerospaziale.

Più a lungo termine IBM ha in progetto Roadrunner , un supercomputer che, similmente a quelli appena lanciati da Cray, si baserà su di un’architettura ibrida: in questo caso il matrimonio sarà fra i processori Opteron di AMD e il Cell Broadband Engine della stessa IBM.

Roadrunner, che secondo le previsioni sarà consegnato al Los Alamos National Laboratory del ministero per l’energia statunitense nell’estate del 2008, sarà in grado di orchestrare il funzionamento dei due tipi di processore in base alla tipologia di calcoli eseguiti.

Va ricordato come lo scorso mese NEC abbia presentato un nuovo supercomputer vettoriale, l’ SX-9 , potenzialmente in grado di sfiorare gli 840 TFLOPS. Per il momento, tuttavia, nella Top500 non compare ancora alcun sistema basato su tale piattaforma.

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Pubblicato il
13 nov 2007
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