Tariffe: Colaninno pronto al Paradiso

Tariffe: Colaninno pronto al Paradiso

L'Authority boccia la richiesta dell'ex monopolista di essere pagato sostanziosamente per l'ultimo miglio. Mr Telecom reagisce con una metafora d'autore e ritiene d'essere circondato
L'Authority boccia la richiesta dell'ex monopolista di essere pagato sostanziosamente per l'ultimo miglio. Mr Telecom reagisce con una metafora d'autore e ritiene d'essere circondato


Mantova – Le tariffe sono il nodo centrale per l’ultima fase della liberalizzazione delle telecomunicazioni, quella che consentirà a breve ad operatori che non siano Telecom Italia di sostituire in tutto e per tutto presso l’utente finale l’ex monopolista.

Su questo fronte si è svolto uno scontro frontale conclusosi con la decisione dell’ Authority per le TLC di bocciare il piano tariffario Telecom che prevedeva oneri aggiuntivi per gli altri operatori in relazione all’uso “dell’ultimo miglio”. L’Authority ha agito seguendo anche le vivacissime rimostranze che nelle ultime settimane diversi operatori, tra cui Tele2 e Infostrada , avevano rivolto nei confronti del piano tariffario.

L’amministratore delegato di Telecom, Roberto Colaninno, ha reagito sostenendo che per consentire ad altri operatori di utilizzare la sua rete, Telecom Italia deve spendere 4.500 miliardi all’anno: “Abbiamo un deficit dell’accesso che ci costa 4.500 miliardi l’anno. Abbiamo l’onere di garantire il servizio universale. Abbiamo 8,5 milioni di clienti che non usano il telefono quel minimo indispensabile per coprire i nostri costi. Per ogni cliente che migra alla concorrenza a noi viene un costo di 150 mila lire l’anno, dato che la rete resta nostra. Ancora, dobbiamo soddisfare 13 milioni di chiamate l’anno per manutenzione”.

Colaninno ritiene pure che l’ex monopolista in questo momento sia preso di mira fino al punto che gli viene richiesto l’impossibile. Con una metafora d’autore, ha detto: “se la Telecom non deve licenziare, sono d’accordo; se deve favorire la concorrenza, sono d’accordo; se deve partire quando gli altri sono già partiti come nel caso dell’ADSL, sono d’accordo; se deve sostenere i costi degli altri, sono d’accordo; poi dobbiamo distribuire i dividendi, fare gli utili e fare investimenti. Allora mi candido per un posto in Paradiso”.

Per gettare un po ‘ di acqua sul fuoco, Colannino ha poi parlato della storia recente di Telecom Italia e del ruolo del Governo.


“L’Italia ha compiuto un processo di liberalizzazione delle TLC sorprendendo il mondo intero. Bisogno riconoscere che l’autorità politica ha avuto coraggio”: ha detto Colaninno. Rispetto a Telecom ha aggiunto: “oggi è ancora italiana grazie alla nostra operazione ma come paese abbiamo corso il rischio di perderla e se non ci fosse stata l’OPA l’avremmo persa certamente, come l’avremmo persa se l’autorità politica, non i partiti, l’autorità politica non avesse garantito lo svolgimento di questa operazione secondo la regola del libero mercato. Queste cose hanno permesso di mantenere sul territorio una grande ricchezza come quella della Telecom”

Bacchettate finali, invece, Mr Telecom le ha riservate per le maggiori aziende italiane e gli istituti di credito: “non c’è stato un italiano pronto a mettere mezza lira sulla Olivetti. Gli azionisti che sventolavano la bandiera dello sviluppo sono scappati via”. Onore invece a Mannesmann che per quanto riguarda Infostrada e Omnitel “ha avuto il coraggio di comprarle, di diventare socio Olivetti quando nessun imprenditore italiano, anche i più grandi e i più avveduti, ne aveva il coraggio. E questo è un problema in cui il governo non c’entra, è un problema di noi imprenditori: credo che oggi all’Italia manchi una grande borghesia e quando ad un paese manca una grande borghesia manca tutto”.

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Pubblicato il 8 mar 2000
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