TechCrunch e il web-tablet

TechCrunch e il web-tablet

Un dispositivo sperimentale che riduce all'osso la fornitura hardware. Per risparmiare e per godersi il web in santa pace, senza tastiera, sul divano di casa o in qualunque altro posto
Un dispositivo sperimentale che riduce all'osso la fornitura hardware. Per risparmiare e per godersi il web in santa pace, senza tastiera, sul divano di casa o in qualunque altro posto

Lo chiamano CrunchPad , ma probabilmente il nome è provvisorio come tutto il resto. È un dispositivo partorito dalle mente di Michael Arrington , signore e padrone di TechCrunch , un giorno (o una notte) dello scorso luglio e già arrivato al secondo prototipo funzionante. Con la possibilità di diventare in breve l’ennesimo gadget tecnologico in vendita e con la particolarità di essere stato ideato, sviluppato e forse messo in produzione sfruttando il brainstorming del web 2.0.

Secondo quanto comunicato dalle pagine del suo tech-blog da Arrington stesso, il CrunchPad è giunto negli scorsi giorni alla sua seconda e quasi-definitiva incarnazione: processore Via Nano, 1GB di RAM e 4GB di memoria a stato solido, schermo touch (resistivo) da 12 pollici con risoluzione di 1024×768 pixel. Quanto basta, sempre secondo Michael, per navigare comodamente su quasi qualunque sito e gestire al contempo anche qualche videochiamata con Skype: a bordo c’è infatti anche una webcam, un’uscita per le cuffie e ovviamente un collegamento WiFi.

Il CrunchPad, al contrario di altri MID e simili , non pare avere problemi di autonomia (anche se quest’ultima resta un mistero) e di compatibilità con la tecnologia Flash di Adobe. Monta una versione completa di Ubuntu (che in futuro dovrebbe essere ridotta all’osso e personalizzata) su cui gira un browser basato su WebKit : ci si possono guardare i video su YouTube, surfare per cercare informazioni su un attore mentre si guarda un film, tenere d’occhio la posta e la chat mentre si sta stravaccati sul divano in attesa di andare finalmente a letto.

Arrington fa sapere che l’investimento richiesto fino a questo punto per portare avanti lo sviluppo del CrunchPad è stato tutto sommato molto contenuto, che l’entusiasmo attorno al dispositivo è palpabile (migliaia di email e decine di offerte di collaborazione sarebbero fioccate, anche se non piace proprio a tutti ) e che TechCrunch starebbe effettivamente valutando l’ipotesi di creare uno spin-off che trasformi il prototipo in un vero prodotto industriale . Una scelta che richiederà ulteriore impegno per creare l’azienda, individuare gli investitori, assumere il personale: sempre che, nel frattempo, a Michael non sia venuto in mente qualcos’altro.

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Pubblicato il 20 gen 2009
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