Trademark, il netbook è di tutti

Trademark, il netbook è di tutti

La contesa legale tra Intel e il produttore di PDA Psion arriva all'ultima fase. Le due parti si sono accordate fuori dal tribunale, netbook rimane un termine di uso comune
La contesa legale tra Intel e il produttore di PDA Psion arriva all'ultima fase. Le due parti si sono accordate fuori dal tribunale, netbook rimane un termine di uso comune

Nulla si sa riguardo i dettagli finanziari della vicenda, ma il fatto è che la ben nota querelle legale tra Psion e Intel per lo sfruttamento commerciale del termine “netbook” si è definitivamente conclusa. E in maniera apparentemente positiva per tutti, visto che la chiusura della vicenda avviene in maniera “amichevole”, senza spargimenti di sangue, di carte bollate o di avvocati.

Dopo le minacce legali di Psion , la controffensiva di Intel e il rilancio della società canadese che perorava la propria causa giustificando la difesa del proprio marchio con la commercializzazione del suo prodotto commerciale “Netbook Pro”, la querelle non arriva a sbarcare nei tribunali come invece era sin qui ampiamente prevedibile.

Secondo i termini dell’ accordo tra il chipmaker e il produttore di sub-notebook, quest’ultimo farà volontariamente cadere tutte le registrazioni di marchio in suo possesso riguardanti il termine “Netbook”, nessuna delle due parti dichiara di avere alcun genere di responsabilità e tutti i prodotti passati, presenti e futuri contenenti la parola netbook potranno continuare a stazionare sugli scaffali senza pericoli di denunce o sequestri .

Nell’accordo non si parla di possibili compensi finanziari versati da Intel nelle casse di Psion, ma considerando la crescente importanza della piattaforma Atom e delle altre tecnologie espressamente dedicate ai “sub-PC” comunemente definiti netbook non è difficile ipotizzare (con un pizzico di malizia) che a Santa Clara abbiano avuto tutto l’interesse a far concludere in fretta la faccenda con tutti i mezzi a loro disposizione.

Anche perché a conti fatti i produttori nemmeno sembrano essersi accorti della querelle tra Intel e Psion, continuando a presentare sistemi ultraeconomici nel tentativo di sfruttare quanto più è possibile la tendenza del mercato a privilegiare i PC a basse prestazioni in un periodo di vacche magre e crisi economiche che tutto sembrano essere fuorché concluse o in via di conclusione.

Ultimi in ordine di tempo arrivano Acer e Asus, che al Computex di Taipei hanno entrambe annunciato la volontà di commercializzare netbook basati su Android, il sistema operativo Linux-based di Google. In questo caso non di sub-PC propriamente detti si tratta bensì di ibridi tra uno smartphone e un MID.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 3 giu 2009
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