Tre cascate d'acqua per un Tetris 3D

Tre cascate d'acqua per un Tetris 3D

Occhialini? Preistoria: ricercatori statunitensi sperimentano una tecnologia di proiezione in grado di fornire una rappresentazione "solida" delle immagini in movimento. Grazie allo stillicidio sincronizzato di acqua
Occhialini? Preistoria: ricercatori statunitensi sperimentano una tecnologia di proiezione in grado di fornire una rappresentazione "solida" delle immagini in movimento. Grazie allo stillicidio sincronizzato di acqua

L’industria si affanna a rincorrere il sogno del 3D nel salotto di casa nel disinteresse dei consumatori più tecno-dipendenti, mentre i ricercatori della Carnegie Mellon University provano a percorrere una strada alternativa a quella degli scomodi e costosi occhialini con otturatore inventandosi un Tetris 3D fatto di gocce d’acqua . L’illusione della profondità è garantita.

La ricerca, opera di Peter Barnum, Srinivasa Narasimhan e Takeo Kanade, si basa sull’impiego di tre “schermi” controllati da 50 aghi di acciaio inossidabile, da cui cadono piccole gocce d’acqua a formare 60 linee al secondo. Le gocce vengono rilasciate contemporaneamente, una videocamera ne traccia la posizione e istruisce un proiettore che ne illumina il percorso con fasci di luce.

Grazie alla capacità di integrazione visiva del cervello umano, il funzionamento dei tre schermi posti uno dopo l’altro crea l’ illusione del movimento su superfici fluttuanti nell’aria . “Un singolo proiettore che passi velocemente da un’immagine all’altra – dice Barnum – può proiettare su differenti livelli in tempi diversi”. “Qualsiasi cosa visualizzabile su computer, come immagini, testo, filmati o contenuti interattivi – continua Barnum – può essere proiettato sul display fatto di gocce”.

Grazie alla loro configurazione multi-strato, i ricercatori sostengono di poter offrire una risoluzione maggiore – al costo di minori operazioni manuali – rispetto alle soluzioni concorrenti. “Si tratta di una nuova categoria di display”, commenta un collega ricercatore della Queen’s University .

E se la prima applicazione scelta dagli autori è un Tetris tridimensionale in “vero” 3D, in futuro del “display a goccia” potrebbe anche approdare in contesti come le sale operatorie allestite per le dimostrazioni. Per un simile scenario di impiego, avvertono i ricercatori, occorre trovare il modo di sterilizzare l’acqua così da creare un ambiente di fruizione completamente antisettico .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
6 lug 2010
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