Twitter: c'è tutto un mondo intorno

Twitter: c'è tutto un mondo intorno

Il servizio è empre più mobile, grazie anche alla proliferazione di applicazioni dedicate. Intanto annuncia l'imminente arrivo del suo servizio di shorturl, destinato probabilmente a collezionare dati importanti
Il servizio è empre più mobile, grazie anche alla proliferazione di applicazioni dedicate. Intanto annuncia l'imminente arrivo del suo servizio di shorturl, destinato probabilmente a collezionare dati importanti

Twitter non aveva confini già da quando l’astronauta T.J. Creamer aveva cinguettato dallo spazio , ma ora il suo universo appare sempre più in espansione: non è solo una questione di utenti, ma anche di spazi conquistati e di applicazioni dedicate.

Arrivato a 145 milioni di utenti (più 40 per cento rispetto a quattro mesi fa), Twitter ha registrato in particolare un picco nei mobile user, aumentati del 62 per cento da metà aprile: il trend, d’altronde, mostra che il 16 per cento dei nuovi utenti inizia proprio da uno smartphone o da un tablet .

La scalata al settore mobile è partita dall’ ultimo CHIRP , la conferenza degli sviluppatori della piattaforma. A favorire questa tendenza sembra essere stata in particolare la scelta di Twitter di acquistare Twittie e sviluppare un’app dedicata per l’utilizzo del servizio di microblogging da iPhone e già nel nome individuabile direttamente dagli utenti: è così nato Twitter per iPhone , che è poi stato seguito da Twitter per BlackBerry e dalla versione Android . Prima della loro comparsa negli app store dedicati, invece, solo il 5 per cento dei nuovi utenti veniva dal mobile.

Gli utenti mobile si discostano anche qualitativamente: il 46 per cento degli utenti attivi fa del mobile una parte sostanziale e regolare della propria esperienza su Twitter.

Secondo le statistiche ufficiali stilate sugli ultimi 30 giorni e relativamente agli utenti unici, Twitter.com è ancora il punto di accesso di riferimento, ma in ascesa sono la versione per piattaforme mobile del sito ( m.twitter.com ) che raccoglie il 14 per cento degli utenti, l’utilizzo dei Tweet via SMS e Twitter per iPhone, entrambi con l’8 per cento degli utenti . Segue con il 7 per cento Twitter per BlackBerry. Non appare nei primi dieci posti, invece, il clienti sviluppato per i dispositivi Android .

A questi numeri, peraltro, bisogna contrapporre quelli relativi alla frequenza di utilizzo desktop che, viceversa, secondo Twitter, mette sul podio gli utenti che utilizzano programmi come TweetDeck o Echofon (sia desktop che mobile).

Accanto ai client di maggior successo, peraltro, c’è tutto un ecosistema con più di 300mila applicazioni registrate OAuth , il nuovo protocollo di certificazione richiesto: tanta varietà, insomma, per permettere agli oltre 145 milioni di utenti registrati di trovare il proprio modo preferito per utilizzare al massimo le possibilità del servizio di microblogging.

Tutti questi numeri significano innanzitutto che Twitter potrà avere nel mondo reale un’influenza maggiore: in particolare, in una conversazione sul palco della conferenza Girls in Tech , il CEO di Twitter Evan Williams ha parlato della sua piattaforma come della forma migliore per gestire un sovraccarico di informazioni (dal momento che favorisce la possibilità di un contenuto di trovare un interessato) e per contribuire a costruire un mondo di “infinite informazioni” raggiungibili a piacimento (e solo se desiderato) da un utente.

Proprio in quest’ottica, i prossimi sforzi degli sviluppatori della piattaforma di microblogging saranno concentrati sul trovare una soluzione che permetta agli utenti di scremare e selezionare i tweet da visualizzare : un meccanismo magari simile a quello attualmente adottato con la geolocalizzazione e che vada oltre al sistema degli hashtag.

Intanto torna d’attualità l’ annunciato servizio automatico di shorturl di Twitter, che andrebbe così a tappare un’altra lacuna della piattaforma al momento colmata da servizi terzi: si chiama t.co e, una volta attivato (era stato annunciato per il 31 agosto), monopolizzerà tutti gli URL linkati nei tweet attraverso la piattaforma o un’applicazione terza. E darà a Twitter numerosi dati (i siti navigati) su cui lavorare (per esempio grazie all’acquisto della società di analisi Smallthought Systems ), magari, con i suoi cinguettii sponsorizzati .

Claudio Tamburrino </EM

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Pubblicato il
3 set 2010
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