UE: si indaghi sui costi di ricarica

UE: si indaghi sui costi di ricarica

L'interesse manifestato a livello europeo in tema di costi di ricarica riceve l'applauso dei consumatori. Bruxelles spinge le Authority italiane ad occuparsi di un problema che sembrano aver trascurato
L'interesse manifestato a livello europeo in tema di costi di ricarica riceve l'applauso dei consumatori. Bruxelles spinge le Authority italiane ad occuparsi di un problema che sembrano aver trascurato

Roma – Torna alla ribalta la questione relativa ai costi di ricarica, fastidiosa per gli utenti ma non, ovviamente, per gli operatori mobili. Federconsumatori riferisce dell’iniziativa della Commissione Europea, che nei giorni scorsi avrebbe aperto un’indagine in merito, incaricando AGCOM e Antitrust di fare luce su questo fenomeno.

La vexata quaestio sull’applicazione dei costi di ricarica è stata sollevata da una petizione finalizzata alla loro abolizione, che ha ricevuto largo consenso e suscitato l’interesse, appunto, della Commissione Europea . Non è dato sapere quanto questa petizione abbia contribuito a stimolare la Commissione sul tema, ma l’iniziativa di cui Federconsumatori dà notizia conforta larga parte dell’utenza.

“A tale riguardo – riferisce l’organizzazione di difesa del consumo – la Federconsumatori vuole sottolineare come il prezzo di ricarica per il traffico mobile sia molto esoso e sproporzionato rispetto ai costi affrontati dalle società per una transazione elettronica (per altro di non difficile gestione). Inoltre, i servizi di ricarica, facendo parte delle spese affrontate dalle società di telefonia mobile, dovrebbero sottostare alle regole della concorrenza del mercato ma, in Italia, tutto questo non accade poiché tutti gli operatori di telefonia mobile praticano lo stesso prezzo di 2 euro per un traffico effettivo di 8? e di 5? per traffico superiore agli 8 euro: nasce il ragionevole dubbio che 2? siano più che sufficienti per qualsiasi transazione elettronica”.

Federconsumatori ritiene che tale “cartello” sia lesivo dei diritti dei consumatori italiani, “che non possono così godere di un mercato libero e concorrenziale”. Ma non si limita a plaudire il provvedimento preso a livello europeo e si lascia andare ad una considerazione dal retrogusto amaro: “Spiace notare, infine, che la difesa dei consumatori italiani cominci molto più spesso dalla Commissione Europea piuttosto che per iniziativa delle Authority italiane”.

Giova ricordare il fatto che l’interessamento della Commissione, con conseguente richiesta di chiarimento alle due Authority italiane, non significhi automaticamente l’esito favorevole della petizione, ma senz’altro ne amplifica la voce, rendendola visibile ad una collettività molto più estesa.

D.B.

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Pubblicato il
23 mag 2006
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