UK, le cam CCTV in tribunale come il DNA

UK, le cam CCTV in tribunale come il DNA

Presentati i primi risultati del progetto pilota per una nuova unità di polizia, specializzata nel trattamento dei dati provenienti dall'enorme numero di telecamere che monitorano quanto accade in territorio britannico
Presentati i primi risultati del progetto pilota per una nuova unità di polizia, specializzata nel trattamento dei dati provenienti dall'enorme numero di telecamere che monitorano quanto accade in territorio britannico

Londra – Scrivi Regno Unito e intendi monitoraggio e video-sorveglianza . Per sfruttare quanto raccolto da 4,2 milioni di cam disseminate per tutto il paese a fini investigativi ma anche in tribunale, Scotland Yard ha varato il progetto Viido , acronimo che sta per Visual Images, Identifications and Detections Office .

Viido, in soldoni, è la nuova unità super-specializzata del corpo di polizia britannico, che ha l’ambizione di conferire alla video-investigazione lo stesso livello di organizzazione e perfezionamento tradizionalmente associati alle indagini di tipo genetico o biometrico.

Il corpo di esperti cacciatori di immagini, di base alla stazione del distretto di Southwark , Londra, e attivo da settembre, è attualmente composto da un piccolo team di ufficiali di polizia, civili e volontari, ed ha l’obiettivo di rendere più efficace la raccolta, la produzione e la presentazione nelle corti inglesi delle prove registrate dalle onnipresenti CCTV . Alla BBC ne parla entusiasta Mick Neville, capo ispettore che comanda l’unità.

“Abbiamo prodotto più immagini di scippi con un 32esimo della polizia metropolitana che con tutto il corpo messo assieme”, dichiara orgogliosamente il funzionario. Il problema delle registrazioni a circuito chiuso sta nella notevole varietà di standard e piattaforme utilizzate per la produzione e lo stoccaggio, e la conseguente complessità nel ricavare evidenze utilizzabili da questa enorme mole di materiale.

“Qui non si tratta di un semplice player VHS, potrebbero essere CD o, peggio ancora, un hard drive da recuperare. Spesso inoltre la registrazione è stoccata in formato multiplo con i flussi di 12 o 20 cam tutti sullo stesso nastro”. Ed è tanto il lavoro da fare sull’ interoperabilità anche dal punto di vista della presentazione del materiale ai processi, dice Neville, per non parlare del fatto che, oltre a semplificare la registrazione, occorre individuare e far circolare efficacemente le immagini dei sospetti tra le varie stazioni di polizia.

Qualora Viido si rivelasse una valida soluzione a tutte queste problematiche, l’esperimento di Southwark potrebbe venire adottato dall’intero corpo di polizia del paese, stabilendo, in pratica, la nascita di una nuova attività giudiziaria basata sull’analisi delle registrazioni video.

Ma le CCTV funzionano? Se ne fa un gran parlare , e i suoi detrattori le hanno da tempo squalificate come il peggior sistema di sperperare il denaro pubblico , in attività di controllo statisticamente inefficaci ai fini della salvaguardia del pubblico interesse e della vita dei cittadini. Ciò nondimeno, l’agghiacciante trafiletto del blog del security guru Bruce Schneier getta una luce obliqua sulla faccenda, e fa riflettere sull’impatto psicologico delle registrazioni delle cam : la presentazione di un singolo caso di delitto efferato videoregistrato per caso, dice Schneier, è enormemente più efficace nel propagandare l’impiego indiscriminato delle CCTV che la semplice “conta” dei rischi reali da esse sventati.

L’esempio c’è, ed è quello di una registrazione in cui un uomo scende da un autobus e comincia a seguire una donna da breve distanza: la donna non si accorge di nulla e l’uomo, poco dopo aver girato l’angolo, tira fuori la pistola e la colpisce a morte alla testa. Nessun motivo o giustificazione, solo la raccapricciante evidenza di un delitto a sangue freddo . “Posso scrivere saggi su saggi sull’inefficacia delle camere di sicurezza. Posso discorrere sullo scambio di concessioni, e su modi molto migliori di spendere il denaro pubblico. Posso citare statistiche ed esperti e qualunque cosa io voglia – osserva sconsolato Schneier – ma, usate in maniera corretta, storie del genere faranno molto di più per smuovere l’opinione pubblica di quanto io potrei mai fare”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 12 gen 2007
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