USA, scatta la protesta contro le intercettazioni

USA, scatta la protesta contro le intercettazioni

ACLU lancia un appello ai cittadini statunitensi: è partita la campagna di protesta Don't Spy On Me. Gli attivisti chiedono trasparenza sulle intercettazioni telefoniche condotte dal Governo
ACLU lancia un appello ai cittadini statunitensi: è partita la campagna di protesta Don't Spy On Me. Gli attivisti chiedono trasparenza sulle intercettazioni telefoniche condotte dal Governo

Washington (USA) – “Hai usato un telefono negli ultimi cinque anni? Allora leggi qui , perché le grandi compagnie telefoniche potrebbero aver spedito illegalmente i tuoi tabulati alla National Security Agency “. È così che ACLU , la più importante associazione statunitense impegnata nella difesa dei diritti civili, ha lanciato la campagna di protesta contro le intercettazioni telefoniche condotte dal governo .

L’iniziativa è stata battezzata Don’t Spy on Me , ” Smettetela di Spiarmi “, e consiste in una raccolta firme a livello nazionale per costringere FCC , l’ente governativo che vigila sulle telecomunicazioni, ad avviare le investigazioni necessarie per fare luce sull’accaduto . La raccolta firme nasce da una mobilitazione di massa svoltasi nelle maggiori città americane per contestare lo spionaggio governativo ai danni dei cittadini.

Moltissime persone si sono ritrovate nelle piazze di San Francisco, Chicago, Boston e New York per contestare i due grandi operatori telefonici coinvolti nello scandalo, Verizon ed AT&T . Il direttore di ACLU, Anthony Romero, ha quindi approfittato del clima per inviare un accorato appello a tutte le associazioni che lottano contro l’intercettazione sistematica delle linee telefoniche di un’intera nazione.

“Caro amico”, si legge nella lettera che ha dato inizio alla campagna Don’t Spy on Me, “è illegale e poco americano che la tua compagnia telefonica abbia dato i tuoi tabulati al governo senza alcuna autorizzazione esplicita da parte dei giudici: sembra che gli operatori telefonici abbiano fatto proprio questo, violando la privacy ed i diritti di milioni di cittadini innocenti”. Romero ricorda che “nessuna compagnia telefonica ha il diritto di violare la privacy individuale ed è vergognoso che le istituzioni create per tutelare gli interessi dei cittadini americani stiano nascondendo la testa sotto la sabbia in questo momento così delicato”.

Da quando un’ inchiesta del quotidiano USA Today ha fatto esplodere lo scandalo intercettazioni, il governo americano e le autorità regolamentari non hanno adottato alcun tipo di provvedimento per fare chiarezza sull’accaduto. Anzi: il governo federale di Washington, messo alle strette dai media, getta acqua sul fuoco e sembra intenzionato ad ottenere l’ archiviazione del caso , utilizzando l’ escamotage del “segreto di stato”.

L’iniziativa lanciata da ACLU è una vera novità: nessun paese, fino ad ora, era mai stato attraversato da un’ondata di proteste contro il fenomeno delle intercettazioni telefoniche, diffuso specialmente nell’America del Nord ed in Europa. In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi da Eurispes sono state intercettate quasi 30 milioni di comunicazioni nel periodo che va dal 1995 al 2005.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
26 mag 2006
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