USA, tutti contro le pornovendette

USA, tutti contro le pornovendette

Tre proposte di legge nello stato di New York, per arginare il revenge porn. Carcere e pene per tutti coloro che rilancino in rete immagini condivise nell'intimità. Autoscatti compresi
Tre proposte di legge nello stato di New York, per arginare il revenge porn. Carcere e pene per tutti coloro che rilancino in rete immagini condivise nell'intimità. Autoscatti compresi

Un fenomeno da estirpare con pene più severe, cha facciano da deterrente per coloro che cercano la vendetta nei confronti dei precedenti partner esponendo online le immagini dei loro corpi discinti. Dopo la California , contro il nuovo nemico dell’opinione pubblica si muove lo stato di New York, con tre proposte di legge indipendenti che mirano a configurare come reato la condivisione di immagini di nudo senza il consenso della persona ritratta.

Ad avanzare una delle proposte, il senatore repubblicano Phil Boyle, che ne descrive i contorni in una intervista radiofonica: “Il revenge porn può rovinare la vita, la famiglia e la carriera di una donna – denuncia – con l’espansione del fenomeno dei social media, più e più donne sono vittime di abusi e sfruttamento da parte dei loro ex fidanzati e mariti. Queste immagini private si diffondono viralmente nel mondo e le donne hanno poche, se non nessuna possibilità per adire le vie legali. Presenterò una proposta di legge che fornisca alla giustizia gli strumenti per proteggere le vittime del revenge porn”. Per “aggiornare all’avanzare della tecnologia” il quadro normativo dello stato di New York, il senatore Boyle promette un testo che “colpisca il revenge porn e protegga le donne dall’essere abusate, umiliate, e persino messe in pericolo da qualcuno di cui un tempo si potevano fidare”.

La questione della fiducia accordata dalle vittime ai propri aguzzini è un cardine della proposta di Boyle: a differenza della proposta di legge californiana, la proposta pensata per lo stato di New York non si limiterà ad abbracciare la fattispecie delle foto scattate da colui che le carica in Rete illegalmente, come invece prevede la legge californiana, ma condannerà per reati minori anche coloro che rilancino in rete degli autoscatti , condivisi confidenzialmente e incautamente. Autoscatti che, ricorda il senatore, sono l’arma dell’80 per cento dei casi di pornovendetta.

Se la proposta che formulerà il senatore Boyle dovrebbe prevedere sanzioni fino a 1000 dollari e pene fino a un anno di carcere, l’ altra proposta che fermenta nello stato di New York, i cui primi firmatari sono Edward Braunstein e Joseph A. Griffo, sarà ancor più severa: oltre all’anno dietro alle sbarre, si configurano sanzioni che possono raggiungere i 30mila dollari per coloro che diffondono le immagini senza il consenso della persona ritratta. Proprio con la minaccia classificare come reato la diffusione delle immagini, i due legislatori sperano di abbattere anche il business che fiorisce intorno alle pornovendette. Il tutto, senza intaccare la libertà di espressione garantita ai cittadini: la legge, assicurano i proponenti, è scritta in maniera estremamente mirata.

Una terza proposta di legge, emersa dal membro della New York State Assembly Francisco Moya, si configura come sostanzialmente analoga a quella da Braunstein e Griffo, anche se fa della condivisione non autorizzata delle immagini di nudo un crimine grave . Moya ha altresì previsto una seconda proposta, volta ad agevolare il percorso delle denunce in sede civile per le vittime del revenge porn. A conoscenza delle altre proposte di legge che potrebbero andare a modificare il quadro normativo dello stato di New York, Moya auspica di poter unire le forze per “consegnare alla giustizia coloro che usano le foto scattate nell’intimità per maltrattare gli altri”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 10 ott 2013
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