Virus informatici come quelli biologici

Virus informatici come quelli biologici

La teoria non è nuovissima ma ora un parallelo tra le modalità di diffusione dei virus digitali e di quelli biologici viene tracciato su Science anche da due autorevoli ricercatori. Servirà a qualcosa?
La teoria non è nuovissima ma ora un parallelo tra le modalità di diffusione dei virus digitali e di quelli biologici viene tracciato su Science anche da due autorevoli ricercatori. Servirà a qualcosa?


Washington (USA) – A che serve studiare se tra virus informatici e virus biologici esistano delle relazioni? Probabilmente serve a combattere gli uni e gli altri, o almeno così affermano i due ricercatori che su “Science” hanno pubblicato uno studio che evidenzia forti parallelismi tra le due tipologie di “infezione”.

Stando a Robert May e Alun Lloyd, non è vero che i virus digitali si diffondono subito rapidamente dappertutto, come si è spesso portati a credere, mentre è vero che, prima, si diffondono in gruppi di pochi utenti. Un virus informatico, scrivono i due ricercatori, può “mostrare un comportamento tipico” e diffondersi più rapidamente quando i primi computer infetti sono a contatto con molti altri computer. Più lenta l’infezione, invece, quando il virus coglie computer in ambienti di connessione “principalmente locali”.

Una volta fuori dalla prima cerchia di infezioni le cose cambiano. “Guardando alle specificità di Internet – sostengono gli scienziati – i virus possono diffondersi anche quando le possibilità di infezione sembrano incredibilmente piccole”. Ed è la “globalità” di Internet a eliminare qualsiasi ostacolo “naturale” contro la diffusione di questi codici.

La grande differenza tra virus biologico e informatico, però, è che il secondo, una volta noto, può essere “contenuto” dai software antivirus e poi distrutto. Questi virus possono sperare di colpire una volta ma, al contrario dell’influenza, difficilmente possono colpire una seconda. Hybris a parte , naturalmente…

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Pubblicato il
21 mag 2001
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