Windows 8, fu vera novità?

Windows 8, fu vera novità?

Il debutto del nuovo sistema operativo è visto da molti come la prova decisiva per Microsoft. Cosa cambia davvero? Riflessioni per non perdersi tra le nuove funzioni
Il debutto del nuovo sistema operativo è visto da molti come la prova decisiva per Microsoft. Cosa cambia davvero? Riflessioni per non perdersi tra le nuove funzioni

Steve Ballmer e Steven Sinofsky sul palco insieme per decretare ufficialmente l’inizio dell’era Windows 8: il lancio del nuovo sistema operativo made in Redmond è avvenuto in quel di New York, davanti a giornalisti e addetti ai lavori, tutti curiosi di capire se la scommessa di Microsoft sarà vincente. L’abbandono della scrivania tradizionale in favore della nuova interfaccia Metro Modern è vista dai più come un azzardo: ma è davvero una rivoluzione così profonda da sconvolgere le abitudini di milioni e milioni di utenti delle finestre di Redmond? Probabilmente no.

Sinofsky, soprattutto, sul palco newyorkese ha rilanciato e ribadito il mantra di questi mesi : quello che Microsoft ha fatto è stato “re-immaginare Windows”, cercando di spingere l’ecosistema consolidato di PC x86 con una serie infinita di applicazioni verso il crescente trend mobile e touch. Per farlo è stato necessario inserire un nuovo tipo di pardigma di interfaccia, più semplice : ma la mossa non è così estrema come sembrerebbe, la cara vecchia scrivania è sempre presente , in agguato, e pronta a servire gli utenti abituati alle loro solite applicazioni, mouse, tastiere e che poco vogliono sapere del touch e di tutta questa ondata di nuovi form-factor.

L’idea alla base di Windows 8, per altro, più che essere quella di creare un’interfaccia per le dita è piuttosto quella di creare le condizioni affinché l’OS di BigM possa tenere il passo delle innovazioni della concorrenza: Windows 8 consuma meno energia e memoria RAM dei suoi due predecessori diretti (la “pecora nera” Vista e l’apprezzato Seven), ha migliorato e velocizzato le procedure di installazione e di avvio del computer , ha lasciato inalterata la compatibilità con il software che gira oggi su Seven pur introducendo parecchie novità sul piano tecnico.

I miglioramenti di Windows 8 sono stati messi in evidenza da Microsoft in questi mesi : la procedura di installazione è vagamente simile a quella di Seven ma impiega molto meno tempo (rispetto a Windows Vista siamo in un’altra era), e una volta completata il PC è pronto ad essere utilizzato in una manciata di secondi da ciascun avvio. È vero, al principio gli utenti si troveranno davanti le nuove “tiles”, le piastrelle, del nuovo Start: ma si tratta di uno strato che può essere grattato via in un clic, piombando immediatamente sul familiare desktop dove trovare a portata di clic subito il browser (IE10, ma si può facilmente sostituire con un nuovo software di navigazione) o Esplora Risorse per incominciare a installare le proprie applicazioni “tradizionali” senza patemi. E neppure gli amministratori di sistema , coloro che muovono gli ingenti capitali delle licenze enterprise con migliaia di postazioni, dovrebbero farsi troppi scrupoli al riguardo.

L’interfaccia Modern dello Start non è tanto diversa dal vecchio menu: ci sono le applicazioni installate sul PC e si lanciano con un clic, il desktop e il pannello di controllo funzionano come nella vecchia versione dell’OS (c’è una nuova grafica e fa capolino il paradigma Ribbon, ma nel complesso non cambia nulla di significativo). Le impostazioni del vecchio e del nuovo sono tenute separate : il desktop si personalizza nel solito modo e il vecchio Panello di Controllo è regolarmente al suo posto, l’interfaccia Metro ha il suo spazio dedicato per le configurazioni e un suo nuovo Pannello di Controllo.

Chi lo desidera può utilizzare il Windows Store per iniziare a sperimentare, scaricare e acquistare le applicazioni del nuovo corso: ce ne sono centinaia in ciascuna categoria, e altre arriveranno in futuro. Ma non sono l’unico modo di lavorare con Windows 8: i vecchi software restano in circolazione (ed è impensabile che applicazioni complesse come quelle di editing di testi e immagini, tanto per fare un esempio, possano venire traghettate a breve o medio termine nel nuovo mondo), e chi lo desidera potrà scaricare dei software che offrono surrogati del vecchio Start , o semplicemente limitarsi a passare le proprie giornate sul desktop ignorando le novità .

Un’altra critica mossa al nuovo Windows 8 riguarda la sua usabilità: se è vero che alcune gesture nuove introdotte per accedere, per esempio, al pulsante software per lo spegnimento risentono del trattamento per il touch, è altrettanto vero che via mouse semplicemente il nuovo OS funziona nello stesso modo in cui funzionano alcuni concorrenti da anni (uno su tutti: OS X). Ci sono 4 angoli attivi sullo schermo a portata di mouse, ciascuno dei quali serve a richiamare una funzione: in alto a sinistra per vedere le applicazioni attive (e passare rapidamente dall’una all’altra, terminarle se necessario), in basso a sinistra per tornare allo Start, in alto a destra per il menù con pulsanti per condivisione e impostazioni ( Charms ), in basso a destra per cliccare e ridurre tutto a icona mentre si è sul desktop. Il pulsante sinistro del mouse funziona come al solito, il pulsante destro pure: nelle applicazioni Modern richiama funzioni aggiuntive con lo stesso principio della vecchia interfaccia.

La curva di apprendimento non è insomma così lunga e complicata come qualcuno sembra lasciar intendere . È senz’altro vero che ci sono dettagli di Metro Modern che vanno compresi prima che diventino naturali nel loro utilizzo, ma è quanto è già successo all’epoca di Windows 95 o di Windows XP. Si tratta di cambiamenti che si sono già visti altrove e non hanno destato particolare scalpore: il pulsante “Condivisione” presente nella barra dei Charms non è molto diverso dalla integrazione di Facebook e Twitter di OS X. Così come l’integrazione del cloud storage di Microsoft, SkyDrive, è del tutto analoga a quanto fa da tempo Dropbox o Box.net: una cartella in più presente nelle finestre di dialogo, da cui caricare o su cui salvare i propri documenti.

La vera scommessa, che determinerà molto delle prospettive di Windows 8, si chiama Surface : anche il tablet di Microsoft ha fatto il suo debutto ufficiale ieri, a dire il vero con meno fanfara di quanto non abbia goduto iPad Mini (sia per la vicinanza degli eventi, sia perché di Surface ormai si sapeva tutto da settimane). Si tratta, in questo caso, di una vera scommessa soprattutto alla luce del fatto che l’unica versione per il momento in commercio è quella denominata RT , ovvero l’ edizione appositamente pensata per le piattaforme ARM . È su queste che probabilmente si gioca il futuro dell’elettronica di consumo declinata in salsa informatica, perché al momento i chip disegnati dalla casa britannica e prodotti da partner di tutto il mondo sembrano inarrivabili per ciò che riguarda requisiti energetici uniti a prestazioni interessanti.

Surface deve vedersela con tutto il panorama di iPad e prodotti Android in circolazione: gli utenti si sono abituati ad autonomie nell’ordine delle decine di ore, e non accetterebbero di buon grado di ripiegare su un tablet che sia senz’altro flessibile come un PC, ma che si trascini anche dietro i retaggi di una vita legata a un caricabatterie e una presa nel muro. Per competere in questo campo, Microsoft ha dovuto rinunciare anche alle parti preziose dell’eredità x86 : ovvero quello stesso sconfinato parco di applicazioni di cui si parlava in precedenza, visto e considerato che sul desktop di Windows RT girerà solo una speciale versione di Office (per il momento in beta) e poco altro.

È attorno a questo interrogativo che si concentrano i dubbi su Surface: l’hardware e la qualità del prodotto non sembrano essere stati messi in discussione da nessuno, ma la disponibilità di titoli software all’altezza delle aspettative dei consumatori è invece un nodo che nessuno si sente tranquillo di sciogliere ancora. Il rischio che un eventuale flop possa riflettersi sul giudizio di Windows 8 è concreto, la speranza di Redmond è che invece il prodotto si ricavi una nicchia tutta sua e faccia da capostipite a una categoria che possa farsi strada tra gli smartphone, i tablet e i “vecchi” PC.

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
26 ott 2012
Link copiato negli appunti