Phil Zimmermann , ideatore nel 1991 del protocollo PGP ( Pretty Good Privacy ) e tra i massimi esperti riconosciuti della posta elettronica sicura, interviene nella vicenda Hushmail . Lo fa difendendo l’azienda, di cui è consulente, e ribadendo che dinanzi ad un ordine di un tribunale non ci sono algoritmi che tengano.
“Solo perché le email sono cifrate, questo non fornisce un talismano contro i tribunali” chiarisce in una intervista rilasciata a Wired . Le aziende possono essere obbligate a collaborare, soprattutto se lo Stato interviene nella vicenda facendo pressioni. In ogni caso, ribadisce, l’azienda non svenderebbe le preziose informazioni dei suoi utenti al primo venuto: è necessario un ordine di un giudice, proprio come accaduto nel caso in oggetto.
La vicenda, dunque, è un caso unico: c’era in ballo un’attività illecita, un presunto traffico di steroidi, e utilizzare la casella Hushmail per compiere attività illecite contravviene alle condizioni di fornitura del servizio , per altro modificate in queste ore dall’azienda proprio per chiarire questi aspetti. Ma lo scopo per cui Hushmail è stata creata, impedire a governi invadenti e malintenzionati di ficcare il naso nella posta elettronica dei privati cittadini, resta valido: “Se sei in una stanza d’hotel in Kazakistan o in Russia e vuoi controllare la posta sul tuo laptop, puoi usare Hushmail”, conclude Zimmermann. ( L.A. )