Al bando le utopie. Il portale ha vinto

Al bando le utopie. Il portale ha vinto

di Alessandro Venturi. Sono nati molti portali e portalini che, un po ' come quella pletora di tassisti e guide turistiche che assale i turisti spaesati, hanno atteso al varco le masse di nuovi utenti. E hanno vinto
di Alessandro Venturi. Sono nati molti portali e portalini che, un po ' come quella pletora di tassisti e guide turistiche che assale i turisti spaesati, hanno atteso al varco le masse di nuovi utenti. E hanno vinto


Web – Come nasce il concetto di portale web? Il suo antenato è la pagina di default del browser. Solo pochi anni fa la homepage di IE 3.0 era una paginetta di microsoft.com che offriva numerosi link ad altri siti, nonché collegamenti diretti ai principali motori e directory. Lo stesso accadeva per Navigator 3.0, che all’apertura caricava la home page di netscape.com, totalizzando così visite a ripetizione al sito istituzionale della casa produttrice.

I collegamenti ai motori di ricerca erano pagati a peso d’oro, perché i siti Netscape e Microsoft erano in assoluto i più visitati della rete. Si dice che il motore Excite non si sia più ripreso finanziariamente dopo l’accordo miliardario (in dollari) del 1998 con Netscape, poiché quest’ultima proprio in quel periodo ha cominciato a perdere visitatori con l’eclissarsi della popolarità del suo browser.

La presenza dei collegamenti ai principali motori nelle pagine di default ha contribuito alla fama di molti di questi, a partire da Yahoo!. Ma anche Excite, Lycos e Infoseek (ora inglobato da Go, il portale Disney) cominciavano a ricevere un traffico molto consistente. In Italia, i leader erano già Virgilio e Arianna (ora inglobato nel portale IOL). Questi siti stavano per divenire, senza volerlo, i primi portali web. A un certo punto, invece di pagare Netscape e Microsoft per entrare nella pagina di default, Yahoo! e C., si sono resi conto che potevano divenire essi stessi la pagina di default, o comunque il punto di partenza per la navigazione.

Simile è stato il ragionamento di AOL, il principale provider del mercato consumer negli USA, che partiva dalla formidabile base di traffico costituita da milioni di abbonati; questi ad ogni collegamento si vedevano somministrata la homepage di aol.com. Alla fine AOL ha comprato Netscape assorbendo anche il relativo traffico. Dal canto suo, la stessa Microsoft ha cominciato a capitalizzare il traffico di default creando il portale MSN (ancora oggi, molti utilizzatori di IE 5.x mantengono MSN come homepage di default).

Ormai, alle porte della Rete si stava affacciando un numero di utilizzatori sempre più grande e sempre meno esperto. Un’audience potenzialmente smisurata, che in qualche modo poteva essere presa per mano e indirizzata verso alcuni nodi della rete anziché verso altri. I siti dei motori di ricerca sono stati arricchiti da directory (o viceversa, come nel caso di Yahoo! con Altavista), canali tematici, percorsi consigliati, speciali quotidiani, guide personalizzate automatiche o umane.

A seconda del servizio, si ha un’autonomia più o meno limitata dell’utente, al quale, in un modo o nell’altro vengono indicati dei percorsi ben precisi. Un altro convogliatore di traffico è il banner. In questo caso l’utente viene attratto (o meno) verso il sito dell’inserzionista, che ha uno spazio prominente nelle pagine del portale, spazio pagato profumatamente essendo la principale fonte di sostentamento del portale stesso. Accanto al banner, vi sono gli spazi degli sponsor che cercano di attirare i navigatori associando i loro prodotti alle parole chiave digitate o proponendo lotterie e premi vari.

Ultimamente sono nati molti portali e portalini che, un po ‘ come quella pletora di affittacamere, tassisti e guide turistiche che assale i turisti spaesati nei porti, aeroporti e stazioni esotiche, hanno atteso al varco le masse di nuovi utenti. E a quanto pare, questi utenti si sono fatti convincere. Alcuni utopisti avevano pronosticato una rivincita dell’individuo contro i colossi mediali, ma i fatti stanno dando loro torto. L’audience in rete tende ad essere più passiva del previsto. E ‘ un dato di fatto che i navigatori si stanno concentrando sempre di più verso un numero limitato di siti leader. Qualcuno aveva veramente qualche dubbio in proposito?

Alessandro Venturi

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Pubblicato il
28 ott 2000
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